I maestri dell’espressionismo tedesco, come Kirchner e Pechstein, accanto a dipinti, disegni, grafiche di De Chirico, Prampolini, Carrà e Sironi.
E’ quanto proposto dalla mostra dal titolo “L’idea dell’uomo – Frammenti di poetiche dall’Espressionismo tedesco al Novecento” che inaugura il 13 dicembre nella chiesa di S.Paolo a Modena (via Selmi) per proseguire fino al 18 gennaio 2004.
Orari: feriali 17-19, sabato e festivi 10-13/16-19,30. Lunedì chiusura. Ingresso gratuito.
L’evento è promosso dalla Provincia di Modena con l’obiettivo di “confrontare – afferma Mario Lugli, assessore provinciale alla Cultura – la scena dell’espressionismo tedesco con il Novecento italiano, concentrandosi su un periodo particolarmente significativo sia dal punto di vista artistico che storico e sociale”.
Come spiega, infatti, Graziella Martinelli Braglia, tra i curatori della mostra “il filo conduttore è la rappresentazione della figura umana come espressione di una concezione antropologica e filosofica dell’uomo”.
Il percorso espositivo, composto da quasi 50 opere, è costruito secondo un preciso ordine cronologico: si parte dalle incisioni, oltre che di Kirchner e Pechstein, di Nolde, Schmidt-Rottluff, Heckel e Beckmann, chiaramente influenzate dalla neonata psicanalisi e dalla lettura nietzscheana dell’uomo, per proseguire con la “nuova oggettività” tedesca, ripercorsa attraverso i disegni di Grosz, Dix, Schlichter e Hubbuch e i dipinti di Radziwill e Heinrich.
Il travaglio della transizione artistica degli anni ’20 e ’30 è illustrato da alcune opere grafiche di Carrà e De Chirico che introducono al nucleo storico della corrente del Novecento italiano, rappresentata nella mostra dai dipinti di Sironi, Bucci, Dudreville, Funi, Malerba, Marussig e Oppi provenienti dalla Galleria Pesaro di Milano.
Accanto a queste opere sono presenti anche disegni e dipinti di Borra, Reggiani, Marini e Rosai. Il recupero delle avanguardie operato da Severini viene illustrato con una delle sue celebri “odalische” dal colore sontuoso.
Il percorso prosegue con un omaggio alla metafisica, con le opere di Savinio e De Chirico. Dopo un dipinto di De Pisis si passa alla lettura futurista di Prampolini, presente in mostra con uno splendido ritratto a matita del 1932. Il percorso si conclude con l’opera di Guidi dei primi anni ’40, dove il processo di depurazione formale esalta la radice umanistica che, pur con molteplici varianti, rimane alla base della cultura del Novecento.