L’Impegno: i parenti testimoni della legalità
La Giornata dell’Impegno e della Memoria verterà, come ormai consuetudine, sulla lettura continua (in ordine di data) delle vittime della mafia.
Tra i nomi ad essere elencati, molte persone conosciute anche al grande pubblico e tanti, tantissimi, nomi ‘anonimi’ di vittime innocenti della barbarie mafiosa.
Si va, ovviamente, da Giovanni Falcone (insieme alla moglie Francesca Morvillo) e Paolo Borsellino, due magistrati simbolo della lotta alla mafia uccisi nel 1992, e delle persone della loro scorta (o, come li chiamava Paolo Borsellino, dei suoi ragazzi), assassinati con loro: Rocco Di Cillo, Antonio Montanaro, Vito Schifani, Agostino Catalano, Claudio Traina, Walter Cusina, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli.
Come non ricordare don Pino Puglisi, parroco palermitano ucciso per il suo impegno in un quartiere a rischio del capoluogo siciliano, o Giuseppe Impastato, dalla cui storia è stato tratto il film “I cento passi”.
Altre storie, meno note, da ricordare sono sicuramente quelle della giovanissima Rita Atria (suicidatasi una settimana dopo la morte di Borsellino a cui aveva confidato i segreti della famiglia mafiosa e per cui era stata ripudiata e costretta a nascondersi sotto sorveglianza); di Giuseppe Di Matteo (figlio del noto pentito, rapito ed ucciso nel 1995); delle vittime delle stragi di mafia del 1993 a Firenze in via dei Georgofili, come Nadia, Caterina e Fabrizio Nencioni, e a Milano in via Palestro, tra i tanti Maoussafir Driss, morto perché dormiva su una panchina nei pressi dello scoppio. E ancora, nel 1985, la morte di Barbara Rizzo Asta con i suoi bimbi Giuseppe e Salvatore, nel corso di un attentato con un’auto bomba a Picchiolungo in provincia di Trapani, al giudice Carlo Palermo, uscito illeso proprio a causa del sacrificio involontario della madre e dei due figli.
A Modena, per la Giornata dell’Impegno e della Memoria, saranno presenti anche tanti parenti di queste vittime, persone che continuano a lottare per la legalità come hanno fatto i loro cari assassinati. Una dimostrazione d’impegno che è stata pagata a caro prezzo e che non è stata piegata dalla violenza mafiosa.
Per informazioni: “Ufficio coordinamento per il 21 Marzo”
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