la caduta del muro di berlino, nava in consiglio“l’europa di oggi non è quella che avevamo sognato”

«Guardandola con gli occhi di oggi e in prospettiva futura, dobbiamo dire che la caduta del muro di Berlino e la fine della guerra fredda non ci hanno portato in paradiso ma in un mondo molto più complicato che gli assetti e gli organismi mondiali formatisi dopo la guerra si sono rivelati totalmente inadeguati a governare. A vent’anni di distanza, il Muro di Berlino ci appare come il muro delle occasioni perdute per l’Europa che certamente oggi è più larga e più importante, ma che, con altrettanta certezza, non è quella che avevamo sognato dal punto di vista politico, militare, diplomatico, e che quanto successo a Berlino aveva fatto sembrare più vicino». Invita a superare le celebrazioni e a riflettere anche su quanto di poco glorioso e di incompiuto ha provocato la caduta del Muro di Berlino, l’approfondimento di Massimo Nava, giornalista del Corriere della Sera intervenuto al Consiglio provinciale straordinario che ha celebrato l’anniversario dell’apertura delle frontiere tra le due Germanie.

Partendo dalla sua esperienza, era a Berlino nei giorni della caduta del muro, Nava ha approfondito cause ed effetti di quella giornata e risposto alle domande dei consiglieri introdotto dal presidente del Consiglio provinciale Demos Malavasi che ha affermato come la riflessione di oggi «debba proiettarsi al futuro avendo in mente in particolare i giovani, la memoria è infatti necessaria per preparare il domani». L’importanza di capire quanto avvenuto, senza fermarsi a una sterile commemorazione, è stata sottolineata anche dal presidente della Provincia Emilio Sabattini.

Patrizia Cuzzani (Idv) ha ricordato che «il 1989 fu l’anno in cui si cominciò anche a parlare d’Europa. Da allora tedeschi ed europei hanno collaborato per costruire insieme il loro futuro e oggi l’allargamento a est dell’Unione ci mette di fronte a una nuova grande opportunità di diffondere un modello vincente» mentre Roberto Vaccari (Pd) ha posto l’attenzione sui «tanti muri che devono ancora cadere e molti sono in Italia come l’intolleranza, l’omertà, l’ipocrisia, la distanza che separa il nord e il sud, la disuguaglianza sociale e l’immobilismo che impedisce ai giovani di migliorare la loro situazione». Anche Grazia Baracchi (Pd) ha ricordato i nuovi muri che sono stati costruiti: «Dal Messico a Israele a Belfast. E non ci sono solo quelli di mattoni ma anche i muri virtuali di chi per esempio mette dei blocchi alla popolazione migrante. È necessario riprendere slancio per abbattere i muri di odio, indifferenza, ideologia, cinismo e individualismo». Per Bruno Rinaldi (Pdl) è «fondamentale spogliarci delle appartenenze politiche e fare un’analisi reale dei fatti storici: la verità della storia non può essere ricostruita sulla base dei ricordi di ognuno e in contrapposizione con quelli degli altri». Stefano Corti (Lega nord) ha sostenuto che «la caduta del muro e della cortina di ferro, che ha toccato da vicino anche l’Italia, ha innescato un ritorno alle origini delle piccole patrie: i popoli, che non avevano mai smesso di sentirsi tali, sono rinati. Una dimostrazione che le divisioni imposte dall’ideologia si possono superare al contrario di quelle imposte dalla religione e dalla cultura».

Per Fabio Vicenzi (Udc) la caduta del muro «è il segno evidente della sconfitta dell’ideologia comunista, perdente perché non rispettosa della dignità e della libertà della persona. Quel muro però in Italia è stato molte volte ricostruito opponendo una parte all’altra, bisogna invece avere il coraggio di uscire da un sistema di contrapposizioni per entrare in uno di benefici ai cittadini». Anche Dante Mazzi (Pdl) ha posto l’accento sui regimi comunisti: «In tutte le celebrazioni sulla caduta del muro si è parlato solo di futuro e ci si è dimenticati di citare il ruolo fondamentale avuto da papa Wojtyla e il fatto che l’abbattimento del muro ha significato la caduta del comunismo e la fine di tutti i crimini che in suo nome sono stati commessi». Dello stesso parere anche Matteo Malaguti (Pdl) che si è detto però «contento per la commemorazione in Consiglio provinciale dove è stata data la parola a tutti. Non tutti gli enti locali lo hanno fatto: a Nonantola per esempio non è stato mai celebrato». Per Luca Gozzoli (Pd) «dopo la caduta del muro, Berlino si è trasformata non senza enormi contraddizioni: la dittatura sradica tutto e cadendo lascia un enorme vuoto soprattutto nelle giovani generazioni: i giovani tedeschi dell’est non erano in grado di prendere alcuna decisione usando gli strumenti della democrazia. È questo che dobbiamo tenere a mente nei nostri rapporti, non sempre facili, con le giovani democrazie dell’est se vogliamo davvero aiutarle a crescere».

Pubblicato: 04 Dicembre 2009Ultima modifica: 27 Maggio 2020