Venerdì 22 giugno il taglio del nastro di “Jazz in’it” è affidato ai “dialoghi a due voci” prima fra il trombone di Giancarlo Schiaffini, le suggestioni vocali di Silvia Schiavoni e quelle iconografiche di Ilaria Schiaffini che raccontano il mito di Billie Holiday, e poi tra il pianoforte di una riconosciuta musa della “new thing”, come Annette Peacock, artista dai mille rivoli creativi e dalla particolarissima cifra stilistica, e le multiformi percussioni di Roberto Dani. Due produzioni originali in linea con gli scenari metropolitani, in perenne evoluzione, proprio come il contenitore stilistico che va sotto il nome di musica afroamericana.
Sabato 23 giugno, l’omaggio a Barozzi si concretizzerà nella produzione commissionata dal festival alla rinnovata New Union Jazz Band, diretta da Marco Ferri, che eseguirà, con Giancarlo Schiaffini nella veste sia d’ospite d’onore che di compositore, una suite dedicata all’architetto rinascimentale. In seconda serata, invece, il Gabriele Mirabassi Quartet proporrà in prima assoluta il nuovo cd “Canto d’ebano” che si pone a metà strada fra Italia e Brasile proprio come l’opera dell’“architetto sociale” Lina Bo Bardi, ponte fra la scuola romana del secondo dopoguerra e il modernismo paulista. E proprio i disegni e gli schizzi della Bo Bardi faranno da corredo iconografico “urbanistico” alla musica del virtuoso clarinettista umbro.
Il festival si concluderà, domenica 24 giugno, all’insegna di una voce “fuori campo” e di grandissimo fascino, come quella della brava vocalist romana Paola Turci, che ha accettato di mettersi in gioco in un contesto jazzistico. Paola Turci si cimenta in una produzione originale che la vede a fianco di Giorgio Rossi, ballerino e coreografo di fama internazionale, storico fondatore della compagnia Sosta Palmizi, con la preziosa aggiunta melodica del clarinetto di Gabriele Mirabassi.