Il Piano provinciale di gestione dei rifiuti è stato approvato dal Consiglio provinciale di Modena nella seduta di mercoledì 25 maggio dopo un dibattito al quale ha assistito anche una delegazione dei comitato di cittadini del quartiere Sacca di Modena. Il Piano prevede azioni la riduzione della produzione dei rifiuti e per disincentivare l’utilizzo delle discariche più investimenti per la raccolta differenziata (obiettivo 55 per cento), per l’impianto di compostaggio dei rifiuti organici di Carpi e il potenziamento dell’inceneritore di Modena (da 140 mila a 240 mila tonnellate all’anno) “con le più ampie garanzie di tutela della salute e dell’ambiente” come ha assicurato l’assessore all’Ambiente Alberto Caldana presentando il provvedimento che era già stato adottato dal Consiglio provinciale nel marzo dello scorso anno.
Hanno votato a favore del Piano Ds e Margherita; contrari i gruppi di centro destra (An, Forza Italia, Udc e Lega nord), mentre si sono astenuti Verdi e Rifondazione che hanno presentato un emendamento per introdurre una moratoria di un anno nei lavori di potenziamento dell’inceneritore. L’emendamento stato respinto con il voto contrario di Ds e Margherita; anche Forza Italia, Udc e Lega nord hanno votato contro, favorevole invece An che ha presentato un proprio ordine del giorno per chiedere un rinvio della decisione sull’inceneritore che è stato respinto con il voto di Ds e Margherita, a favore il centrodestra, Verdi e Prc.
Tutti d’accordo nel centrosinistra, invece, nell’approvare la variante al Piano territoriale di coordinamento provinciale (Ptcp) collegata al Piano rifiuti (contrari i gruppi di centro destra) e sull’ordine del giorno che prevede, tra l’altro un impegno a ridurre i rifiuti, garanzie sui quantitativi di inquinanti emessi dall’inceneritore, sul loro monitoraggio e che nell’impianto saranno bruciati esclusivamente rifiuti urbani prodotti nella provincia di Modena.
Insieme al Piano è stata approvata anche l’istituzione di due “cabine di regia” per monitorare da una parte l’applicazione degli indirizzi del Piano, soprattutto per quello che riguarda la raccolta differenziata, dall’altra le emissioni del termovalorizzatore a tutela della salute. Entrambe sono presiedute dall’assessore provinciale all’Ambiente e prevedono tra i componenti anche il presidente della commissione consiliare Ambiente. Della prima, inoltre, faranno parte rappresentanti dei Comuni e degli enti gestori; della seconda, Azienda Usl, Arpa e un rappresentante dei Comitati di cittadini.
Il dibattito è stato aperto dal capogruppo Ds Demos Malavasi il quale ha illustrato l’ordine del giorno della maggioranza “frutto di un confronto interno” per una “proposta forte” che punta ad attivare un “sistema efficace ed efficiente di gestione dei rifiuti, garantire la sicurezza degli impianti e la salute dei cittadini”. Luca Caselli (An) ha sottolineato che “non c’è alcuna certezza sull’impatto dell’inceneritore” ed ha accusato la maggioranza perché “non c’è stata una sufficiente concertazione con la cittadinanza”. Sempre per An il capogruppo Cesare Falzoni ha criticato le scelte della Provincia “che non vanno verso il riciclaggio, indirizzano la protesta dei cittadini contro le discariche per poi arrivare a proporre il potenziamento dell’inceneritore”.
Aldo Imperiale, capogruppo di Rifondazione Comunista, ha sottolineato il “ritardo eclatante nella raccolta differenziata dei rifiuti, ritardo dovuto alle scelte di sviluppo industriale di Meta”. Critico anche verso il Comune di Modena “perché si è comportato più da azionista che come rappresentanza dei cittadini”. Giudizio condiviso da Walter Telleri (Verdi) che ha sottolineato la “necessità di intervenire per ridurre i rifiuti e potenziare la raccolta differenziata, diminuendo le discariche”.
Claudia Severi, capogruppo di Fi, ha accusato la maggioranza di “improvvisazione” ricordando che Comune e Provincia “devono ringraziare il governo se la discarica di via Caruso può rimanere aperta”.
Mauro Cavazzuti della Margherita ha sottolineato che “serviva più informazione sui contenuti del piano anche se il percorso per la sua definizione è stato condiviso e trasparente”. Francesco Ori, consigliere Ds, ha detto che il piano dei rifiuti si muove “in un sottile equilibrio” dove il potenziamento dell’inceneritore “diventa necessario”. Ha definito la proposta di moratoria di Rifondazione “non utile” e ha sottolineato che “se si è peccato di mancanza di informazione si dovrà cercare di recuperare”. In questo senso ha sottolineato il valore delle “cabine di regia” perché “soddisfano la maggiore richiesta di trasparenza verso i cittadini”.
Giorgio Barbieri della Lega Nord ha affermato che “la sopravvalutazione della produzione di rifiuti è un business e che anche la fusione tra Meta ed Hera dice che l’affare c’è”. Ha quindi sollecitato a creare “imprese per la raccolta differenziata” e ha criticato la posizione di Rifondazione accusandola di “demagogia”. Tomaso Tagliani (Udc) ha sostenuto che “nessuno si è preoccupato della salute dei cittadini e ora come possono fidarsi delle rassicurazioni?”.
Concludendo il dibattito il presidente della Provincia Emilio Sabattini ha definito il piano “uno strumento condiviso, approvato con un percorso trasparente e che punta a garantire un corretto smaltimento dei rifiuti attraverso la raccolta differenziata e il termovalorizzatore senza il quale si rischierebbe l’emergenza”.