L’impegno per la ricostruzione della città dopo la guerra, i villaggi artigiani e le scuole d’infanzia, il primo piano regolatore di Modena e il Consorzio per la distribuzione del gas metano, le colonie per i bambini e la realizzazione del Policlinico. Sono solo alcuni esempi della prospettiva riformista che ha guidato l’attività amministrativa e politica di Rubes Triva, come ricorda lo storico Giovanni Taurasi ripercorrendone la biografia (“Rubes Triva. L’intuito riformatore di un amministratore del dopoguerra”, Provincia di Modena).
Assessore comunale a 25 anni nella prima giunta del dopoguerra, Triva è un maestro elementare che diventa ben presto un punto fermo nell’amministrazione del sindaco Alfeo Corassori. Dal 1951 al 1960 è vice presidente della Provincia che in quel periodo, non senza difficoltà nei rapporti con il governo centrale, istituisce l’istituto tecnico Fermi, crea il Consorzio per la distribuzione del metano e quello per la Viabilità, promuove i poli scolastici decentrati.
Sindaco di Modena dal 1962 al 1972, Triva si distingue per l’applicazione di una prassi riformista (sosteneva che la via italiana al socialismo doveva tradursi in “una possibile alleanza permanente della classe operaia con i ceti medi della città e della campagna”) e per un forte protagonismo dell’ente locale impegnato nel rispondere alle nuove domande di una popolazione in continua crescita. Sono gli anni dei villaggi artigiani, del piano per l’edilizia popolare, della nuova facoltà di Economia e commercio dell’Università, del primo Prg (approvato nel 1965 dopo un travagliato iter iniziato nel ’53), delle politiche per la scuola e per gli anziani, del decentramento dei quartieri. Temi che Triva continuerà a seguire come parlamentare dal 1972 al 1987, mentre dal 1987 al 1993 guidò Federambiente contribuendo allo sviluppo dell’associazione nei campi della gestione dei rifiuti e dell’igiene ambientale.