“Il museo è un posto pieno di cose vecchie, dove bisogna stare zitti, non toccare niente e ammirare opere incomprensibili e per niente interessanti. Sembra quasi di stare a scuola”. Sono questi, in sintesi, i motivi per i quali i giovani modenesi non amano frequentare i musei come risulta da una ricerca presentata venerdì 24 novembre nel corso del convegno “Musei giovani” promosso dalla Provincia di Modena che, però, «ha permesso anche di definire proposte e suggerimenti per avvicinare i ragazzi alle ricchezze culturali e artistiche conservate negli istituti museali» commenta l’assessore provinciale alla Cultura Beniamino Grandi.
La ricerca “Non vado al museo! Esplorazione del non pubblico degli adolescenti”, realizzata dalla Fondazione Fitzcarraldo di Torino, è stata condotta con la tecnica dei focus group su circa 90 studenti tra i 14 e i 19 anni di cinque istituti superiori di Modena (il liceo classico San Carlo, l’Itc Barozzi, l’istituto tecnico Guarini, l’istituto professionale Cattaneo e il liceo scientifico Wiligelmo). L’obiettivo era, appunto, individuare gli elementi che allontano i ragazzi dal consumo culturale e fornire linee guida per impostare progetti che coinvolgano il pubblico giovane.
Dall’analisi è emerso che gli studenti associano l’idea di museo ai reperti fossili e all’archeologia, quasi mai alle opere d’arte, e che per molti è difficile disgiungere l’idea di museo da quella di scuola. Un certo interesse è suscitato invece dai musei di fotografia, storia recente, spiegazione di fenomeni scientifici e invenzioni tecnologiche, come quelli che toccano le corde profonde dell’identità di ciascuno. La “forma” del museo, cioè le modalità di visita, le regole di comportamento, la valenza didattica ed educativa, disturba i ragazzi, mentre sono più apprezzate le mostre, viste come più attive. Per i giovani, infatti, il museo dovrebbe essere un’esperienza emozionante e interattiva.
Le linee guida individuate dalla ricerca sono quindi quelle di pensare al museo come strumento e non come fine, perché i ragazzi sono più interessati alle idee che agli oggetti, alle storie piuttosto che agli aspetti direttamente didattici. E’ necessario, quindi, amplificare le possibilità di relazione e socialità, anche utilizzando la tecnologia, e puntare sul coinvolgimento dei giovani, magari per organizzare piccole mostre o creare materiale promozionale, così come ideare attività rivolte ai coetanei.
«Siamo impegnati ad ascoltare le esigenze di un pubblico nuovo a cui rispondere con proposte concrete e di qualità» aggiunge l’assessore Grandi annunciando che «il lavoro continuerà nel tempo coinvolgendo operatori e insegnanti e direttamente i giovani, anche con “Hai mai visto?”, la nuova campagna pubblicitaria museale che partirà a gennaio del 2007».
Nel frattempo, però, sottolinea Grandi, «così come devono cambiare i musei, anche nella scuola i ragazzi devono trovare l’opportunità di apprendere, per esempio, la “grammatica dell’arte” per avvicinarsi in modo autonomo alle straordinarie bellezze del nostro patrimonio storico e artistico».