«La memoria è necessaria per evitare che il nostro passato diventi il futuro dei nostri figli». Fabio Vicenzi (Udc) ha aperto gli interventi dei consiglieri provinciali nella seduta dedicata al Giorno della memoria, citando una frase del premio Nobel per la pace Elie Wiesel, sopravvissuto ai campi di sterminio. Giornate come questa, ha proseguito Vicenzi «ci ricordano che la risposta peggiore che possiamo dare a certe situazioni è l’indifferenza e che è la politica che deve far sì che l’odio e la paura per il diverso non prevalgano». Patrizia Cuzzani (Idv), domandandosi come mai sia stato necessario l’intervento del legislatore per ricordare una delle pagine più drammatiche della storia del Novecento, ha affermato che «il nostro Paese ha rimosso a lungo la collaborazione offerta dal fascismo ai piani di sterminio nazisti perché talvolta il passato è scomodo e mette a disagio. Ben venga quindi la legge per ricordare l’Olocausto, per educare le nuove generazioni e favorire la formazione di una memoria storica nazionale condivisa». Stefano Corti (Lega nord) ha ricordato che il genocidio degli ebrei non è stato l’unico del ventesimo secolo, che ha visto anche quello degli armeni, «ma è stato quello più spaventoso perché è stato compiuto in modo scientifico. Bisogna analizzare le responsabilità di chi vi ha partecipato attivamente – ha proseguito – ma anche di chi, come gli alleati, sapeva quello che stava accadendo e ha taciuto». I crimini commessi contro il popolo ebraico «sono crimini contro l’umanità» ha affermato Bruno Rinaldi (Pdl) per il quale «Auschwitz è stato un punto di non ritorno. Dobbiamo quindi perpetuare il senso vero di questo giorno, chiederci perché tutto questo è accaduto e incentivare una riflessione dinamica che coinvolga soprattutto le giovani generazioni». Secondo Grazia Baracchi (Pd) non è sufficiente «ripetersi che tutto ciò non deve accadere mai più senza reagire, oggi, alle intolleranze e alle discriminazioni. Sbagliamo se pensiamo che quelle dei campi di sterminio siano pagine chiuse: basti pensare alla pulizia etnica in Ruanda, alla ex Jugoslavia, a chi nega a Israele la possibilità di esistere, oppure riflettere sui fatti di Rosarno. Ricordare la Shoah ha senso se significa guardare al futuro».
Giorno della memoria, il Consiglio straordinario \2 – Il dibattito, “ricordare per guardare al futuro”
Pubblicato: 28 Gennaio 2010 — Ultima modifica: 17 Aprile 2020