Conservare specie e habitat vegetali dell’Alto Appennino e migliorare le strutture per la divulgazione e l’educazione ambientale in un luogo “magico” con forte biodiversità e richiamo turistico. Sono questi gli obiettivi del progetto di riqualificazione del Giardino botanico Esperia di Passo del Lupo, nel Comune di Sestola, finanziato con un contributo di 500 mila euro nell’ambito del Piano regionale di azione ambientale per un futuro sostenibile.
Il progetto di riqualificazione (finanziato per il 40 per cento dalla Regione e da enti locali, gestore e dalla Fondazione Cassa di risparmio di Modena che ha stanziato 250 mila euro) prevede la costruzione di un nuovo edificio con l’ampliamento degli spazi dedicati al pubblico per ospitare mostre e attività didattiche e la risistemazione del giardino con una parte dedicata alla conservazione, ricreando i loro habitat caratteristici, delle specie vegetali gravemente minacciate dell’Appennino tosco-emiliano, e la creazione di percorsi e sentieri.
«Con questo intervento – sottolinea Stefano Vaccari, assessore all’Ambiente della Provincia di Modena – puntiamo sullo sviluppo di un autentico gioiello dell’Appennino modenese valorizzando la capacità di fruizione da parte del pubblico e delle scuole».
Commentando la scelta della Regione di finanziare il progetto, Giancarlo Muzzarelli, assessore regionale alla Programmazione e sviluppo territoriale, afferma che «in questi anni abbiamo consolidato una scelta di fondo in cui la montagna è un luogo inserito nelle strategie dello sviluppo. Ma occorre continuare a investirvi e a scommettere sull’ambiente e sulle risorse, umane, energetiche e produttive, per fare un salto di qualità e affrontare adeguatamente le sfide poste dal nuovo scenario socio-economico».
Tra gli obiettivi ci sono la messa in sicurezza del territorio, la qualificazione dei servizi per i cittadini e le imprese attraverso un’ampia collaborazione tra tutti i soggetti, istituzionali e non.
Il Giardino fu realizzato negli anni 50 dalla sezione di Modena del Club alpino italiano, che l’ha sempre gestito, con un piccolo rifugio, diversi percorsi di visita ad anello, una piccola sala mostra e un erbario (vedi comunicato n. 818).