emergenza-terremoto maggio/giugno 2012 report delle attivita’ – le criticita’ da affrontare

L’area interessata dal terremoto

Il territorio colpito in modo dal sisma comprende un’area di 967 chilometri quadrati, pari al 36% dell’intero territorio provinciale, al cui interno vivono oltre 227 mila persone. L’area, dal punto di vista sanitario, è divisa in 3 Distretti: Carpi (104 mila residenti), Mirandola (87 mila) e Castelfranco Emilia (di 73.851 persone). Nei tre Distretti sono attivi 4 ospedali: Ramazzini di Carpi, “Santa Maria Bianca” di Mirandola, Finale Emilia e “Regina Margherita” di Castelfranco. Di questi, i primi tre sono stati evacuati a causa del terremoto.

Una situazione difficile anche per molti dipendenti

Sui 6.100 dipendenti dell’Azienda Usl di Modena, ad oggi, operano fuori dalle loro sedi circa 1.450 persone (il 24%), di cui 1.150 ospedalieri e 300 territoriali. A questi professionisti vanno aggiunti circa 50 medici di medicina generale.

 

1. Gli effetti immediati del terremoto

 

a)   Le conseguenze sugli ospedali

A seguito delle due forti scosse di terremoto del 20 e 29 maggio  le principali strutture sanitarie dell’Area Nord hanno subito danneggiamenti. Dei quattro poli ospedalieri attualmente esistenti, Finale Emilia (30 posti letto) e Mirandola (120) sono stati evacuati immediatamente dopo la prima scossa a causa dei danni subiti. Il Ramazzini di Carpi (250 posti letto) è stato evacuato a seguito della seconda scossa sismica del 29 maggio. Castelfranco è rimasto sempre operativo e non ha subito alcun danno.

Quanto al Policlinico di Modena. Come dichiarato nella relazione dal consulente esterno al quale è stata affidata la perizia tecnica, attraverso una serie di controlli puntuali e mirati, l’ospedale non risulta aver subito danni strutturali. E tuttavia, essendo un complesso che si sviluppa su otto piani e, comunque, di non recente costruzione, si è deciso – in via cautelativa – di trasferire alcuni reparti ubicati al 6°, 7° e 8° piano nei locali disponibili posizionati più in basso, per attenuare la tensione psicologica di pazienti, operatori e famigliari ed evitare il rischio che, in caso di effettiva urgenza, potessero crearsi situazioni non ottimali per l’evacuazione dallo stabile

I reparti ad oggi trasferiti sono: Cardiologia (spostata al Pronto Soccorso), la Neonatologia (in Terapia Intensiva), la Pediatria (palazzina delle Malattie dell’apparato respiratorio insieme alla Chirurgia pediatrica), l’Oncologia pediatrica (trasferita all’interno del Padiglione Beccaria), Ostetricia e Ginecologia le cui degenze, attualmente, sono state traslocate all’ingresso 2, primo piano e l’Urap.

Rispetto al numero di posti letti, la scelta effettuata dalla direzione del Policlinico ha portato a una ulteriore contrazione di circa 250 posti.

A seguito dei due sismi la rete ospedaliera pubblica provinciale è passata da 2.450 posti letto attivi a circa 1.800.

 

Per rispondere all’emergenza le aziende sanitarie locali hanno rivisto le dotazioni e le priorità di ricovero di tutte le strutture della rete, disponendo il sostanziale blocco delle attività programmate di tipo internistico e di quelle chirurgiche differibili. Attualmente, giorno per giorno, viene monitorata la disponibilità residua di posti letto ed è stato promosso un incontro con la sanità privata accreditata, con la quale, nei prossimi giorni, verrà stabilito un piano d’intervento mirato per aumentare il numero di letti immediatamente disponibili in caso di necessità. Con l’Hesperia Hospital di Modena, ad esempio, si è già trovato un accordo per mettere subito a disposizione del servizio sanitario locale 10 posti letto di cardiologia e 5 monitorati.

 

b)   I servizi territoriali

Anche se meno evidenti, gli effetti del sisma sono ricaduti in modo significativo anche sui cosiddetti servizi territoriali, oltre che sulla complessa e articolata attività programmata, come ad esempio l’esecuzione di interventi chirurgici, esami specialistici e visite ambulatoriali.

Per riorganizzare complessivamente la rete assistenziale è stato necessario, in un primo momento, gestire le fasi di pura emergenza mentre, ad oggi, si sta iniziando a lavorare per far ripartire i servizi programmati. La specialistica ambulatoriale dei Distretti di Carpi e Mirandola è stata sospesa per circa due settimane, dal 20 maggio scorso, e quindi riprogrammata orientando buona parte delle attività nelle strutture sanitarie non colpite dal sisma.

Le strutture protette di Mirandola, Finale, Concordia e Novi sono state evacuate e, al momento, tutti gli ospiti sono riassegnati a strutture ricettive sul territorio regionale, così come alcuni pazienti sono invece assistiti a domicilio. Da lunedì 4 giugno è stato attivato un “Punto unico provinciale disabili e non autosufficienti” per gestire le richieste della Casa di Residenza che ospita la maggior parte delle persone non autosufficienti residenti nei comuni interessati dall’emergenza. Il punto è operativo dalle 8.30 della mattina fino alle 19.30 di sera.

La maggior parte degli ambulatori dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta sono stati seriamente danneggiati dal sisma. Nel distretto di Mirandola su 98 presidi 73 sono stati dichiarati inagibili mentre nel distretto di Carpi su 99 ambulatori presenti 23, al 4 giugno, risultavano ancora non agibili.

Nonostante la situazione di emergenza sia i medici di medicina generale che i pediatri, in stretta collaborazione con l’Azienda Usl, si sono organizzati per ripristinare il prima possibile il servizio di assistenza, confermandosi un importante riferimento per la popolazione. Le soluzioni provvisorie adottate sono principalmente di tre tipi:

–         posizionamento presso i campi attrezzati, in tende o container

–         utilizzo di ambulatori di colleghi che si sono resi disponibili ad ospitare i medici sfollati

–         utilizzo dell’area antistante gli studi inagibili. 

Per facilitare l’accesso dei cittadini a questi servizi è stata istituita una lista, continuamente aggiornata e distribuita nei capi di accoglienza dei vari comuni, di tutti gli studi e gli ambulatori agibili e attivi, presso i quali, tra l’altro, è ripartita l’attività ambulatoriale.

 

Per quanto riguarda le farmacie, già poche ore dopo il primo terremoto la distribuzione dei farmaci era stata riorganizzata utilizzando strutture mobili (come i camper) laddove le sedi erano state rese inagibili mentre altre si trovavano all’interno delle cosiddette ‘zone rosse’. In totale, nei Distretti di Carpi e Mirandola le farmacie aperte sono 42, quelle chiuse – secondo gli ultimi dati forniti da Federfarma Emilia-Romagna  – soltanto 2. Delle farmacie aperte 17 sono temporaneamente spostate all’interno di container o unità mobili. Vanno inoltre segnalati due punti distributivi di farmaci a Carpi e Mirandola gestiti direttamente dall’Azienda Usl di Modena.

 

2. La gestione delle prime emergenze

a)   Unità di crisi

Dalla mattina del 20 maggio è attiva una unità di crisi per la gestione e l’organizzazione dei servizi sanitari che opera in stretta collaborazione con la Protezione Civile e gli Enti locali. In particolare grazie al forte senso di responsabilità della varie realtà coinvolte i dirigenti delle due Aziende Sanitarie e dell’Ospedale di Sassuolo hanno condiviso strategie e piani attuativi rendendo molto rapida l’attuazione delle decisioni assunte. I due punti cruciali sui quali si è concentrata l’attenzione sono stati la messa in sicurezza dei pazienti, degli operatori e la rimodulazione della organizzazione complessiva della rete socio-sanitaria.

 

b)   Trasferimenti

Le criticità da affrontare immediatamente state numerose. Tra queste l’evacuazione delle strutture ospedaliere. Si è trattato di operazioni complesse e delicate. A seguito delle due scosse principali di terremoto è stato necessario trasferire circa 700 persone.

A questo dato va aggiunto quello relativo ai pazienti dimessi dalle strutture ospedaliere, quando le condizioni cliniche lo consentivano. Sono stati inoltre trasferiti oltre 1700 anziani non autosufficienti e disabili che erano ospitati nelle strutture protette danneggiate o si trovavano in residenze o abitazioni che dopo il sisma sono state giudicate non sicure.

Da un punto di vista operativo la centrale del 118 ha coordinato tutti i trasferimenti mettendo in campo complessivamente oltre 20 mezzi (ambulanze e auto mediche); in parte propri e in parte messi a disposizione dal mondo del volontariato.

 

c)    I punti di assistenza medica

Sono oltre 40 i punti di assistenza messi in funzione sul territorio. Per rendere sicuri tali insediamenti (che accolgono le persone sfollate) il Dipartimento Salute Pubblica ha provveduto, e provvede, a fare periodici sopralluoghi finalizzati alla verifica delle condizioni igieniche e ambientali di tali strutture (controlli su eventuali focolai di malattie infettive, altri controlli della qualità dell’acqua o ancora sulla qualità e la sicurezza degli alimenti). Per garantire una presenza continua dei servizi socio-sanitari è stato creato inoltre il Punto di Continuità assistenziale, attivo durante le ore notturne e nei giorni festivi e prefestivi sia a Mirandola che a Finale e a Carpi. Negli ultimi giorni il servizio è stato ulteriormente potenziato per rispondere alle necessità segnalate anche dai medici di Novi e Rovereto. 

Per la gestione immediata dell’emergenza, causata dall’inagibilità degli ospedali e al contempo da un’imponente richiesta di interventi, decisamente sopra la media, sono stati attivati due Punti Medici Avanzati (PMA) a Finale Emilia e Mirandola, oltre a due Punti di Accoglienza Medica (PAM) a San Felice e Massa Finalese. Analogamente, il 29 maggio è stato attivato, in prossimità dell’Ospedale Ramazzini di Carpi, un altro PMA strutturato con le funzioni e le competenze legate principalmente all’emergenza-rianimazione, alla cardiologia e alla pediatria. Servizi che risultano, ad oggi, in servizio attivo 24 ore su 24.

 

d)   Lavoro straordinario per i Pronto Soccorso

Rispetto ai Pronto Soccorso provinciali, nei giorni successivi la seconda scossa di terremoto, la loro attività è andata progressivamente aumentando. Dal 3 all’11 giugno gli accessi sono stati oltre 5.000. In circa il 25% dei casi si è trattato di persone provenienti da zone terremotate. L’incremento totale degli accessi rispetto a una situazione ordinaria è stato di circa il 15%.

e)    Anziani e disabili

All’interno delle varie tendopoli si è riservata una cura particolare nel trattamento degli anziani non autosufficienti e dei disabili.

 

 

COMUNE

Trasferimenti di anziani non autosufficienti e disabili

TOTALE

  da struttura dal domicilio  
       
BASTIGLIA  

3

3

BOMPORTO  

11

11

NONANTOLA  

8

8

RAVARINO   

2

2

CAMPOSANTO  

10

10

CAVEZZO

70

133

203

CONCORDIA

72

72

144

MEDOLLA  

63

63

MIRANDOLA

192

263

455

SAN FELICE  

82

82

SAN POSSIDONIO  

56

56

SAN PROSPERO  

36

36

CARPI  

216

101

NOVI 

41

48

89

SOLIERA  

2

2

FINALE EMILIA  

450

450

 

375

1455

1715

 

 

f)      Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche

Oltre a lavorare per ripristinare i servizi ordinari si è attivata una attività dedicata all’assistenza psicologica di adulti e minori colpiti dal terremoto. A Carpi i servizi sono organizzati in due tende poste dietro al Pma. I servizi per la Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza sono invece collocati presso la scuola materna ‘Zigo Zago’. A Mirandola, presso in via Smerieri è attivo un altro Servizio per la Salute Mentale degli adulti, che assicura anche visite a domicilio. Anche a Finale Emilia e Cavezzo sono presenti psicologi e psicoterapeuti dell’Azienda Usl per svolgere attività ambulatoriali. Operatori della Psicologia Clinica sono presenti, a rotazione, anche nei campi di accoglienza di Novi, Rovereto, San Felice e San Prospero affiancati dal prezioso contributo di personale volontario.

 

3. La ripresa

 a)   Ospedali

Negli ultimi giorni è ripresa l’attività di Pronto Soccorso del Ramazzini a Carpi. Venerdì 8 giugno è stato possibile rientrare all’interno dei locali abbandonati in via cautelativa dopo il secondo sisma. Dal giorno successivo, inoltre, sono tornati in attività la radiologia (torace e osteoarticolare) e gli ambulatori della Ostetricia (con ecografi e possibilità di fare amniocentesi) oltre a quelli della Pediatria. Operativi, ad oggi, sono anche il Poliambulatorio distrettuale, gli ambulatori di ginecologia e la radioterapia. Nel fine settimana sono stati attivati gli ambulatori di otorinolaringoiatria, vestibologia, oculistica, servizio diabetologico e l’ambulatorio demenze. Sempre a Carpi, ma fuori dall’Ospedale, la Pediatria di comunità è tornata a essere operativa presso i locali della scuola per l’infanzia ‘Benassi’, che ospitava già la Psicologia Clinica.

Per quanto riguarda l’ospedale di Mirandola, stanno proseguendo le verifiche sulle condizioni degli edifici. Il Punto Medico Avanzato di Finale è stato trasferito all’interno di un container-ambulatorio collocato vicino all’ingresso del campo di accoglienza presso il centro sportivo.

 

b)   I servizi

La situazione dei servizi è necessariamente in continua evoluzione e ha come obiettivo primario quello di riportare la situazione alla normalità il prima possibile, recuperando anche le prestazioni che sono state rinviate. Tra queste, i referti di laboratorio e di radiologia, per le prestazioni effettuate presso le strutture pubbliche ancora chiuse, a Carpi sono ritirabili presso il punto informativo in Piazzale Donatori di sangue, vicino al Poliambulatorio mentre a Mirandola sono distribuiti presso il punto informativo del PMA.

Il Servizio di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro ha attivato a Mirandola presso le Scuole medie in via Dorando Pietri un punto informativo per assistere le  aziende e i cittadini. Al fine di ridurre al minimo i disagi legati alla ripresa delle attività economiche un’attenzione particolare è dedicata ad azioni quali l’eventuale rimozione di pannelli contenenti amianto danneggiati.

 

4. Alcuni approfondimenti

Uno degli elementi positivi che sono emersi, pur nell’emergenza, riguarda la stretta collaborazione in cui tutte le strutture sanitarie della provincia hanno lavorato. Ad esempio per l’attività di assistenza ai pazienti oncologici si è adottata una soluzione di medio periodo, in attesa di riuscire a rimettere in funzione i centri di riferimento all’interno delle strutture ospedaliere danneggiate. Questo è stato possibile in particolare grazie alla disponibilità dell’Ospedale di Sassuolo. I trattamenti chemioterapici dei pazienti assistiti dai Day Hospital Oncologici di Mirandola e Carpi sono stati infatti ricollocati, sin dal 31 maggio, presso il nuovo Ospedale civile sassolese.

Sul fronte ‘Ostetricia e Ginecologia’ i professionisti dell’Ospedale di Carpi si sono attivati per contattare le donne gravide e fornire loro le informazioni necessarie a garanzia di continuità del percorso assistenziale in vista del parto.

I controlli  dei portatori di pacemaker seguiti dall’équipe cardiologica di Mirandola continuano ad essere garantiti nelle tende del PMA. I controlli  sui pazienti in carico alla Cardiologia di Carpi vengono seguiti negli spazi ambulatoriali dell’Ospedale resi nuovamente accessibili.

Ai pazienti dializzati, dopo essere stati informati, è stata data l’opportunità di svolgere normalmente i trattamenti presso il Policlinico di Modena, nonché a Sassuolo e Baggiovara. Le attività vaccinali neonatali programmate, invece, sono state sospese e gli appuntamenti non evasi, ricalendarizzati dopo aver avvertito le famiglie. Per i diabetici, in prossimità del PMA di Carpi, è stata allestita una tenda con la presenza di una équipe medico-infermieristica dedicata.

 

5. Provvedimenti della Regione

Il Servizio Sanitario regionale dell’Emilia-Romagna ha adottato provvedimenti straordinari, validi almeno fino al 30 settembre 2012, per sostenere e aiutare le persone colpite dal terremoto. È stata prevista, per tutti coloro che sono residenti nei comuni colpiti dal sisma,  l’esenzione dal pagamento dei ticket per le visite e gli esami specialistici, le prestazioni di Pronto soccorso e i farmaci di fascia A, oltre all’assistenza termale. Queste agevolazioni sono state previste anche per i lavoratori (e i loro familiari) residenti in comuni dell’Emilia-Romagna diversi da quelli terremotati, ma che lavorano in imprese e/o zone danneggiate ed anche per i residenti di Bologna, Modena, Reggio Emilia e Ferrara che hanno fatto richiesta agli uffici comunali di ‘dichiarazione di inagibilità’ per la propria casa o azienda. Per ottenere le esenzioni è sufficiente scaricare un modulo prestampato disponibile sia on-line, sul sito dell’Azienda Usl, che presso gli Sportelli Unici del territorio.

Non saranno applicate, inoltre, le tariffe per le prestazioni e i servizi relativi al Dipartimento di Sanità Pubblica (igiene pubblica, veterinaria, malattie infettive, medicina legale e medicina degli alimenti) per i cittadini destinatari dei provvedimenti straordinari di cui sopra.

Sono sospesi anche i pagamenti delle sanzioni amministrative, in materia igienico-sanitaria e di sicurezza sul lavoro, comminate ai titolari delle attività ubicate nei comuni interessati dal sisma. 

Le persone residenti nelle zone terremotate che hanno richiesto l’inagibilità della propria abitazione e/o dell’impresa possono ricevere assistenza primaria – ovvero medico di famiglia, pediatra di libera scelta, guardia medica – nelle località dell’Emilia-Romagna dove abitano provvisoriamente, senza alcuna spesa.  

Pubblicato: 18 Giugno 2012Ultima modifica: 21 Febbraio 2020