C’è stato chi, come Carlo Savigni, fondatore di Modena Radio City, per opporsi alla polizia che voleva chiudere l’emittente, si è incatenato al trasmettitore. Enrico Gualdi, di Radio Bruno, con un cavetto legato all’orologio faceva da “massa elettrica” per sovrastare i fruscii che disturbavano le trasmissioni. Intanto Vasco Rossi, con i compagni della mitica Punto Radio, già nel 1976, secoli prima della Gialappa’s, si era inventato “Porci con le antenne”, una trasmissione in cui facevano sentire le altre radio parlandoci sopra.
Sono tante le storie delle radio modenesi raccontate nella mostra “Radio Fm 1976-2006”, da Punto Radio a Modena Radio City, da Radio Bruno a Radio Pico, da Radio Centro Emilia a Radio Stella, da Teleradiocittà ad Antenna uno rockstation. Quattro pannelli ricchi di foto, loghi, articoli di giornale, testimonianze dei protagonisti, e un giornale della mostra, con interviste ai personaggi radiofonici locali più noti, ripercorreranno la storia e le emozioni di un’epoca da quando i dj andavano in onda da stanze rivestite con i cartoni delle uova, seduti sul pavimento, con un giradischi e un trasmettitore, fino alla trasformazione in network.
Tra le iniziative collegate alla mostra, venerdì 6 ottobre è in programma l’incontro “L’informazione in onda: la rivoluzione delle radio private”, al quale parteciperanno tra gli altri il giornalista di Radio Rai Ruggero Po e il presidente dell’Associazione stampa modenese Ettore Tazzioli (ore 21, Sala Carandini, via dei Servi 5 a Modena, ingresso libero).
Sabato 7 e 14 ottobre sarà invece possibile visitare l’esposizione con la guida d’eccezione di alcuni protagonisti delle radio modenesi. E gli stessi dj e giornalisti radiofonici locali incontreranno nei loro istituti gli studenti delle scuole superiori per raccontare loro, in presa diretta, come funziona una radio privata, dall’informazione al palinsesto, dalla programmazione musicale alla pubblicità.