Un ordine del giorno che esprime preoccupazione per le infiltrazioni delle organizzazioni mafiose nel territorio della provincia di Modena e auspica «il rafforzamento degli organici e un maggior coordinamento degli inquirenti per consentire un più puntuale controllo del territorio, un efficace lavoro di indagine e una tempestiva azione di repressione dei fenomeni mafiosi» è stato approvato all’unanimità dal Consiglio provinciale di Modena al termine della seduta straordinaria di mercoledì 25 febbraio, dedicata appunto al tema delle infiltrazioni mafiose. Al Consiglio sono intervenuti Enzo Ciconte, docente di Storia della criminalità organizzata, e Lucia Musti, sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Bologna.
Giorgio Barbieri (Lega nord) ha affermato che «dopo due anni di personale battaglia per mettere in evidenza le infiltrazioni mafiose, tutti abbiamo avuto oggi un’autorevole conferma che il virus esiste. È un problema che va affrontato per quello che è, al di là degli schieramenti politici: non possiamo permettere a questi signori di offendere la nostra terra». La necessità di «lavorare insieme per vincere la guerra contro la mafia» è stata espressa anche da Walter Telleri (Verdi) per il quale bisognerebbe «riformare le forze di polizia, accelerare l’uso dei beni confiscati alla mafia, controllare di continuo i cantieri e le dotazioni patrimoniali delle imprese».
Tomaso Tagliani (Popolari liberali-Udc) ha sottolineato che «la malavita trova terreno facile nella crisi che avanza», opinione condivisa anche da Stefano Lugli (Prc) che ha inoltre ribadito la necessità delle intercettazioni «come strumento per affrontare la criminalità». «Maggiori strumenti di intervento» è stata la richiesta di Cesare Falzoni (An-Pdl) mentre secondo Claudia Severi (Forza Italia-Pdl) «fino a oggi nel nostro territorio il problema è stato sottovalutato». «Un’affermazione che offende la memoria delle vittime della mafia» ha replicato Demos Malavasi (Pd). Severi ha proseguito sostenendo che è necessario «fare i conti senza sconti con immigrazione e delinquenza», mentre Malavasi ha messo in evidenza l’opportunità di sostenere «la cultura della legalità con un’azione educativa nelle scuole» e, ricordando l’efficacia dell’osservatorio sugli appalti, di riformare «le norme sugli appalti per evitare distorsioni del mercato».