“Riconoscere la lingua italiana come fondamento culturale della nazione e lingua ufficiale della Repubblica”. È questa la richiesta contenuta nell’ordine del giorno, che sostiene la proposta di legge costituzionale giacente alla Camera dei deputati, presentato dal consigliere Udc Fabio Vicenzi e approvato dal Consiglio provinciale di Modena. Il documento ha ottenuto il voto favorevole di Udc, Pd, Idv e dei consiglieri Mauro Sighinolfi e Bruno Rinaldi del Pdl. Contraria la Lega nord; astenuti i consiglieri del Pdl Dante Mazzi, Claudia Severi e Giovanna Bertolini.
L’ordine del giorno invita la Provincia ad attuare, nell’ambito delle proprie competenze, “politiche di integrazione degli immigrati basate sulla cultura nazionale di cui la lingua è un elemento imprescindibile”: la conoscenza dell’italiano, ha sottolineato Fabio Vicenzi, «deve essere considerata il primo strumento per la costruzione di una convivenza basata su diversità compatibili». Accolto e approvato anche l’emendamento, proposto dal gruppo del Pd, che invita il Governo a “sostenere l’integrazione attraverso figure professionali per l’alfabetizzazione, mediante organici adeguati, nelle scuole e nei centri territoriali permanenti”. Annunciando un «sostegno molto critico al documento», Luca Gozzoli (Pd) ha affermato che «l’italiano è solo uno dei modi per ridurre la conflittualità con gli immigrati e da solo è insufficiente».
Stefano Corti (Lega nord), pur giudicando l’ordine del giorno «quasi completamente condivisibile», ha motivato il voto contrario con la mancata accoglienza dell’emendamento proposto dal gruppo sulla valorizzazione degli idiomi locali «e del loro ruolo fondamentale nella conservazione dell’identità dei popoli». Al contrario, per Bruno Rinaldi (Pdl) l’utilizzo «esasperato delle lingue locali può isolare dal resto del mondo. Per me, che mi sento italiano – ha aggiunto il consigliere – è naturale tutelare la mia lingua nazionale». Per Davide Baruffi (Pd) la conoscenza dell’italiano non dovrebbe essere un dovere ma «un diritto degli immigrati. La nostra lingua, con il tricolore e l’unità d’Italia, è uno degli elementi sui quali non si può non stare insieme».