Colpisce duro anche a Modena il cosiddetto decreto “taglia cattedre” del ministro Moratti che per il prossimo anno scolastico ne fa “risparmiare” 8500 a livello nazionale, 465 in regione, ma mettendo in pericolo aspetti qualificanti del servizio scolastico (dalla lingua straniera e il tempo pieno nelle elementari, fino al tempo prolungato nelle medie), costringendo all’accorpamento di classi nelle superiori, rendendo più restrittivi i criteri per assegnare posti di sostegno all’handicap e provocando il blocco dell’organico nelle scuole d’infanzia quando sarebbero necessarie, invece, almeno dieci sezioni in più.
Lo sostengono il vicepresidente della Provincia di Modena Claudio Bergianti, l’assessore all’Istruzione del Comune di Modena Morena Manfredini e gli assessori all’Istruzione di tutti i principali Comuni (Carpi, Sassuolo, Mirandola, Vignola, Pavullo, Castelfranco) che hanno rivolto un appello alle associazioni degli enti locali e ai parlamentari modenesi affinché intervengano presso il Governo per modificare il provvedimento.
“Grave non è soltanto il taglio in sé – spiega Bergianti – ma proprio le modalità che vengono imposte per “risparmiare” insegnanti quando a Modena la popolazione scolastica è in crescita e servirebbe, invece, un potenziamento”.
Nel documento, in particolare, si sottolinea come venga disapplicata l’istituzione dell’organico funzionale (la dotazione di insegnanti complessiva e stabile per un triennio a ciascuna istituzione scolastica con possibile elasticità di impiego), mentre si stabilisce come il dirigente scolastico debba utilizzare l’orario di ciascun insegnante. “E’ l’ennesimo colpo che questo governo sferra all’autonomia” commenta Bergianti.
Rispetto al blocco delle scuole d’infanzia, gli amministratori modenesi sottolineano che in questo modo si scarica sui Comuni un onere non sostenibile, anche perché la Finanziaria ha imposto di non aumentare le spese oltre il 6 per cento rispetto al 2000.
Problemi si prospettano anche per l’educazione agli adulti. Gli insegnanti, infatti, sembra si debbano ricavare entro i contingenti ridotti. “Ma a Modena già i centri territoriali sono insufficienti – si spiega nell’appello – occorrerebbe aprirne uno a Mirandola e rafforzare quelli di Modena, Vignola, Carpi e Sassuolo”.
Þ In allegato il documento sottoscritto dagli assessori
ANCHE IN PROVINCIA DI MODENA PESANTI CONSEGUENZE DEL DECRETO “TAGLIA CATTEDRE”
In pericolo aspetti qualificanti del servizio scolastico
Il decreto che taglia 8.500 cattedre per il prossimo anno scolastico (465 in Emilia-Romagna) avrà pesanti conseguenze anche per le scuole modenesi. Grave non è soltanto il taglio in sé, quanto le modalità che vengono imposte per “RISPARMIARE” insegnanti.
Nel nostro territorio la popolazione scolastica è in crescita e richiederebbe un incremento in particolare delle scuole d’infanzia, del tempo pieno alle elementari, del tempo prolungato alle medie, degli insegnanti di sostegno per gli alunni disabili alle superiori.
Invece, non solo si compie un taglio ma lo si orienta esplicitamente verso esperienze di qualità. Alle elementari la riduzione dovrà riguardare la lingua straniera (e le tre I?), il tempo pieno, i progetti speciali; alle medie il tempo prolungato, alle superiori si indica l’accorpamento di classi nelle annualità intermedie del percorso di studi.
Viene letteralmente “disapplicata” l’istituzione dell’organico funzionale, cioè una dotazione di insegnanti complessiva e stabile per un triennio a ciascuna istituzione scolastica con possibile elasticità di impiego.
Si stabilisce invece, per filo e per segno, come il dirigente scolastico deve utilizzare l’orario di ciascun insegnante. E’ l’ennesimo colpo che questo Governo sferra all’autonomia.
La cosa più grave è il blocco dell’organico delle scuole d’infanzia (spacciato per mancato taglio). In realtà, da una prima sommaria indagine, risulta che sarebbero necessarie in provincia di Modena oltre una decina di sezioni in più.
Che si risponderà alle famiglie che richiedono, avendone diritto, il servizio? E’ evidente che si scarica sui Comuni un onere non sostenibile, mentre peraltro con la finanziaria si impone loro di non incrementare le spese oltre il 6% rispetto al 2000. I posti di sostegno all’handicap sono assegnati con criteri più restrittivi.
Anche gli insegnanti per l’educazione degli adulti, sembra si debbano ricavare entro i contingenti così ridotti. Ma a Modena già i centri territoriali sono insufficienti, occorrerebbe aprirne uno a Mirandola e rafforzare quelli di Modena, Vignola, Carpi e Sassuolo.
Facciamo appello perché le Associazioni dei Comuni e delle Province, i Parlamentari modenesi, intervengano presso il Governo affinché si operino le modifiche indispensabili al Decreto Governativo sugli Organici Scolastici.
Pensiamo che, la salvaguardia delle esperienze più significative e avanzate compiute dalla Scuola Modenese col sostegno degli Enti Locali, sia un obiettivo che accomuna, nel rispetto delle autonomie reciproche, le amministrazioni locali, le organizzazioni sindacali degli operatori, e gli utenti: genitori e studenti.
CLAUDIO BERGIANTI Assessore Istruzione Provincia di Modena
BARBARA BULGARELLI predidente Associazione Comuni Area Nord
MORENA MANFREDINI Assessore istruzione Comune di Modena
CRISTINA MANICARDI Assessore Istruzione Comune di Carpi
RUGGERO CAVANI Assessore Istruzione Comune di Sassuolo
ROBERTO PIGNATTI Assessore Istruzione Comune di Mirandola
ANDREA PALTRINIERI Assessore Istruzione Comune di Vignola
GIANLUIGI GIORDANI Vice Sindaco Comune di Pavullo
SERGIO GRAZIOSI Assessore Istruzione Comune di Castelfranco Emilia