Con l’aumento delle temperature di questi ultimi anni nel modenese si potrebbero coltivare vitigni a più alta gradazione, come il chianti. Ma non solo: grano e orzo vengono raccolti ormai dieci giorni prima rispetto al passato, mentre per mais, sorgo, soia e girasoli sono cambiati i cicli produttivi e serve sempre più acqua per coltivarli.
Sono solo alcuni degli effetti sull’agricoltura modenese dei cambiamenti climatici di questi ultimi anni illustrati durante la seduta straordinaria del Consiglio provinciale da Franco Zinoni, dell’Arpa Emilia Romagna.
«Si deve tenere conto – ha affermato Zinoni – che l’uso di pesticidi ha reso le nostre colture più sensibili agli effetti del clima. I cambiamenti climatici in corso quindi hanno effetti significativi sui cicli produttivi, variabili da coltura a coltura. Gli effetti di questi mutamenti possono essere anche positivi, come l’allungamento della stagione estiva, occorre invece limitare quelli negativi dovuti a siccità prolungate e eventi estremi».
Per Zinoni gli interventi per mitigare gli effetti negativi del clima sull’agricoltura devono privilegiare la sostenibilità ambientale delle produzione in relazione agli eventi climatici, piuttosto che le logiche di mercato.