cittadinanza dopo 5 anni, ok del consiglio a odg 2 “no al multiculturalismo”, “sia una conquista”

L’ordine del giorno che chiede al Governo di modificare radicalmente le norma per il riconoscimento della cittadinanza italiana agli stranieri è stato approvato con il voto favorevole di Pd e Idv (contrari Pdl e Lega, astenuta Udc).

Lorenzo Biagi (Lega nord) ha contestato ai proponenti di «prevedere solo diritti e nessun dovere per gli extracomunitari. La cittadinanza – ha detto – non garantisce l’integrazione che viene solo con il rispetto degli usi e costumi del popolo ospitante». «Gli immigrati continuano ad arrivare – ha replicato Fausto Cigni (Pd) – mentre voi lanciate messaggi e non risolvete i problemi». Premesso che «va assolutamente tenuto lontano il rischio del razzismo», Bruno Rinaldi (Pdl) ha affermato che la cittadinanza «è uno status, che diventa diritto solo dopo un certo numero di anni di permanenza». Secondo Giorgio Siena (Pd) l’integrazione può realizzarsi in due modi: «Nel riconoscimento dei principi costituzionali che governano una società, come è auspicabile, oppure nell’assimilazione rinunciando alla propria cultura e religione, come vorrebbe il Pdl e in parte l’Udc, che è invece molto discutibile». E Livio Degliesposti (Lega nord) ha risposto che «purtroppo, salvo cambiamenti radicali, i musulmani rimarranno tali e non potranno integrarsi perché sono lontani anni luce per cultura e religione». Augurandosi una società «multirazziale e multietnica ma non multiculturale» Fabio Vicenzi (Udc) ha detto che «occorre dare una prospettiva allo straniero e a chi raggiunge un’identità nazionale partendo dal rispetto della legalità e dal riconoscimento della cultura italiana». Al contrario, per Daniela Sirotti Mattioli (Pd) «il multiculturalismo è una ricchezza e si può imparare».

Patrizia Cuzzani (Idv) ha sottolineato che la cittadinanza «non è un privilegio da usare a discrezione della maggioranza ma rivendicazione di identità e responsabilità», mentre per Mauro Sighinolfi (Pdl) deve essere vista come «una conquista. Altra cosa è il diritto di voto nelle amministrative al quale sono anche propenso». Secondo Davide Baruffi (Pd) il Governo ha «rinunciato a governare il processo dell’immigrazione: il Paese è fermo all’anno zero per cultura e politiche attive verso gli immigrati» e Dante Mazzi (Pdl) ha replicato: «Siete voi a chiedere la partecipazione degli immigrati, non loro» mentre per Luca Gozzoli (Pd) «fa comodo non risolvere il problema ma sventolarlo e poi dire che si fa quello che vuole la gente».

Pubblicato: 11 Dicembre 2009Ultima modifica: 27 Maggio 2020