A un cacciatore è stato sequestrato il fucile per non aver rispettato il limite di colpi nel serbatoio. E’ solo l’ultimo intervento, avvenuto a Spilamberto giovedì 27 settembre, effettuato durante un controllo dalla Polizia provinciale.
Nel periodo di preapertura dal 1 settembre al 15 settembre sono stati effettuati 56 controlli con dieci verbali, soprattutto per addestramento cani in periodo non consentito, e due notizie di reato.
Nel periodo di caccia dal 16 settembre (apertura della stanziale) ad oggi sono stati fatti 495 controlli, 16 verbali, soprattutto per violazione delle distanze e per attività in zone non consentite, oltre a due notizie di reato.
«Il problema principale – sottolinea Emanuela Turrini, comandante della Polizia provinciale – resta, comunque, il mancato rispetto delle distanze di sicurezza, causa spesso di lamentele che la Polizia provinciale riceve dai cittadini durante la stagione venatoria. Sono arrivate, finora, 25 segnalazioni per la presenza di cacciatori vicino alle abitazioni tutte in zone di pianura e bassa collina».
Nel caso di mancato rispetto delle distanze di sicurezza (100 metri dalle abitazioni, 50 dalle strade e 150 quando si spara in direzione di una abitazione o strada) prevista una sanzione amministrativa di 206 euro.
Sul corretto svolgimento dell’attività venatoria sono impegnati in tutto 24 agenti del Corpo di Polizia della Provincia a cui si aggiungono, soprattutto in montagna, il Corpo Forestale dello Stato; collaborano anche alcuni nuclei di Gev, Gel, guardie volontarie delle associazioni ambientaliste e venatorie e le tre guardie venatorie degli Atc.
Gli agenti controllano anche il rispetto del regime di divieto di caccia nelle aree protette (circa 60 mila ettari), in quelle parti di campagna che i Comuni hanno dedicato allo sviluppo dei piani regolatori, in cui è vietato cacciare, e nelle aree rurali vicino ai centri abitati dove i sindaci hanno vietato la caccia.