Bilancio positivo, e in lieve crescita rispetto l’anno precedente, per l’annata agraria modenese del 2001. Dopo anni di rilevante crescita perde circa il 2 per cento il comparto vegetale mentre recupera il 4 per cento la produzione del settore zootecnico che nonostante la flessione del comparto carne (forte lo spettro negativo del fenomeno “mucca pazza”, la Bse ovvero l’encefalopatia spongiforme bovina) recupera sul lattiero caseario.
L’andamento economico della produzione lorda vendibile del settore primario modenese ha fatto registrare nel 2001 un fatturato di 678 milioni di Euro (erano 670 milioni di Euro l’anno precedente). Inoltre la produzione agricola modenese si conferma la prima dell’intera regione Emilia Romagna con una quota del 17 per cento.
Il comparto vegetale – nonostante la flessione del 2 per cento – traina l’agricoltura modenese: la produzione lorda vendibile del settore vegetale (oltre 346 milioni di Euro) supera quella del settore zootecnico (301 milioni di Euro), tradizionalmente più alta.
Andamento positivo anche per le produzioni di nicchia come frutti del sottobosco, castagno, tartufo eccetera.
Per quanto riguarda la situazione meteorologica, si sono registrati diversi eventi calamitosi di debole intensità che non hanno influenzato particolarmente la rilevante crescita del comparto vegetale in cui le perdite di alcuni comparti sono state compensati da eccezionali performance di numerosi settori.
Sono risultate sotto controllo le diverse emergenze fitosanitarie che hanno colpito le colture.
La consistenza del settore bovino è in lieve crescita (i capi in un anno sono passati da 114.575 del 2000 a 115.691 del 2001) con aumento delle vacche da latte del 9 per cento: diminuiscono i capi da carne, in particolare maschi di età inferiore a due anni, che passano da 15.757 a 8894 unità.
Anche per il comparto suino la consistenza è in flessione del 4 per cento (quasi 493.383 capi contro i 552 mila capi del 1999 e 515 mila del 2000.
Andamento altalenante per il settore della zootecnia minore, con particolare riferimento all’ovicaprino (5805 capi contro i 6.139 del 2000) che registra significative flessioni dei consumi. In lieve crescita i settori degli avicunicoli e degli equini: consistente l’allevamento di struzzi – con 679 capi presenti sul territorio provinciale – ed un prezzo di mercato di 186 Euro al quintale.