L’agricoltura modenese nel 2010 registra un aumento del 19 per cento della produzione lorda vendibile; nel 2009 aveva segnato un meno 2 per cento rispetto al 2008, quando il calo rispetto al 2007 era stato del 5 cento.
I settori maggiormente in crescita sono stati i cereali (più 68 per cento) e il latte (più 15 per cento) anche grazie al forte aumento dei prezzi dovuto alla congiuntura internazionale.
«Sono risultati confortanti – sottolinea Giandomenico Tomei, assessore all’Agricoltura della Provincia di Modena – che rappresentano una netta inversione di tendenza rispetto al calo degli ultimi anni che ci auguriamo possa confermarsi anche nel 2011. Purtroppo registriamo anche un aumento dei costi di produzione in particolare dei mangimi e dei fitofarmaci. Tuttavia ora possiamo guardare al futuro con un minimo di ottimismo in più. Anche grazie all’efficacia delle politiche pubbliche di sostegno, i nostri imprenditori, in un momento così difficile, hanno dimostrato la capacità di stare sul mercato con prodotti sempre più competitività e di qualità. Per capire come sta evolvendo l’agricoltura modenese ricordo che la produzione lorda vendibile nel 2000 era di 650 milioni di euro contro i 523 milioni del 2010».
E lo stato di salute dell’agricoltura modenese oltre alla rimodulazione dei fondi del Programma rurale integrato provinciale (Prip) saranno al centro del Consiglio provinciale straordinario che si svolgerà mercoledì 9 marzo a Mirandola.
Complessivamente le produzioni vegetali ammontano a oltre 295 milioni di euro (più 34 per cento) e rappresentano oltre la metà della produzione lorda vendibile provinciale: bene la frutta con un aumento del 31 per cento (i prezzi in aumento hanno consentito al pero di aumentare del 30 per cento nonostante il calo produttivo), la vite aumenta del 21 per cento, il ciliegio addirittura del 35 per cento. Solo le colture industriali (barbabietola e soia) e le orticole sono in calo rispettivamente del 12 e del 2 per cento.
La zootecnia rappresenta il 43 per cento con una produzione lorda vendibile pari a 277 milioni, solo più 4 per cento rispetto al 2009 a causa dell’andamento negativo del settore delle carni che registra un calo del 7 per cento nei bovini e del 13 per cento nei suini, un settore che sconta una crisi strutturale che si trascina da diversi anni (in cinque anni la produzione lorda vendibile delle carni suine è calata del 54 per cento). Il settore lattiero caseario registra invece un aumento del 13 per cento proseguendo un trend positivo che vede le quotazioni del parmigiano reggiano salire del 19 per cento e del 12 per cento nelle esportazioni.
Nella graduatoria dei prodotti più significativi del territorio modenese al primo posto spicca il latte per la produzione di parmigiano reggiano che da solo rappresenta il 28 per cento della produzione lorda vendibile, al secondo posto il pero con il 22 per cento, la carne suina mantiene il terzo posto con il 9 per cento; segue la vite (8 per cento), frumento (6 per cento) e granturco (5 per cento) che conquistano il quinto e sesto posto anche in questo caso grazie ai prezzi in continua crescita, la carne bovina retrocede al settimo posto, seguono ciliegio, susino, sorgo, barbabietola e melo.