allarme cinghiali 1 – allevamenti abusivi e incroci “possibile fonte di contagio, controlli a tappeto”

L’immissione sul territorio di cinghiali provenienti da allevamenti abusivi o nati da incroci con animali di origine sconosciuta favorisce il rischio di introdurre nella provincia di Modena malattie infettive altamente contagiose. E’ il parere con cui il Dipartimento di sanità pubblica dell’Ausl ha risposto al quesito posto dalla Provincia in seguito al ritrovamento di alcuni capi di cinghiale che presentavano evidenti anomalie.

Nelle scorse settimane, in seguito agli abbattimenti previsti dai piani di controllo, la Polizia provinciale ha notato infatti che alcuni animali presentavano tratti diversi dalla specie autoctona: in qualche caso avevano la cicatrice derivante dalla targhetta identificativa inserita negli allevamenti, in altri casi i tratti somatici denotavano l’incrocio con maiali anche di provenienza straniera (di razza thailandese).

«L’incrocio tra un cinghiale e un’altra razza suina di per sé non è pericoloso – spiega Emanuela Turrini, comandante della Polizia provinciale – ma lo diventa se non conosciamo la provenienza degli animali utilizzati per gli incroci. Non dimentichiamo ad esempio che in alcune zone d’Italia sono presenti malattie contagiose della specie suina. Se gli animali immessi abusivamente sul territorio modenese dovessero provenire da zone dove ci sono malattie, si esporrebbe l’intero territorio al rischio di contagio».

«Lungi da noi voler fare dell’allarmismo – chiarisce il presidente della Provincia Emilio Sabattini – ma non è tollerabile che ci siano persone che, per incrementare il già alto numero di cinghiali, immettono abusivamente altri animali di origine sconosciuta esponendo al rischio di contagio la nostra provincia». Contagio che – come ha spiegato nella sua relazione il responsabile del Dipartimento Sanità pubblica, Giorgio Nannetti – ipoteticamente potrebbe essere pericoloso non solo per i cinghiali ma per l’intero patrimonio suinicolo provinciale, creando quindi rilevanti problemi anche di natura economica.

«Dai riscontri effettuati – aggiunge Sabattini – risulta evidente che qualcuno, per interessi personali, sta giocando scorrettamente. La possibile presenza di allevamenti abusivi o l’immissione di esemplari provenienti da allevamenti di altre zone non credo però possa sfuggire a chi frequenta le aree popolate dai cinghiali, ed è per questo – conclude Sabattini – che chiedo la collaborazione di quanti sono al corrente della situazione, per stroncare ogni traffico illecito. Noi, dal canto nostro, effettueremo controlli a tappeto per individuare i responsabili e per evitare che le carni di questi animali frutto di incroci possano finire nel circuito della ristorazione. Chiederemo la collaborazione all’autorità giudiziaria, e nei prossimi giorni – annuncia Sabattini – incontrerò il prefetto per informarlo della situazione e valutare l’opportunità di mettere il problema all’ordine del giorno del prossimo Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica».

Pubblicato: 20 Novembre 2006Ultima modifica: 27 Maggio 2020