Il lutto delle famiglie dei caduti a Nassirya è il lutto di tutto il popolo italiano. A un anno dalla strage in cui persero la vita 17 militari e due civili italiani, il Consiglio provinciale, nella seduta di mercoledì 10 novembre, approva un documento che ricorda le vittime dell’attentato avvenuto il 12 novembre 2003.
L’ordine del giorno è stato approvato dalla maggioranza (Ds, Margherita, Rc e Verdi) con il contrario il centrodestra (FI, An, Udc e Lega nord) che ha votato un proprio ordine del giorno, che non è passato, dove si ribadisce il cordoglio ai familiari delle vittime e si chiede, tra l’altro, che venga osservato un minuto di silenzio nelle scuole modenesi.
Ma se il ricordo delle vittime della strage ha unito tutte le forze politiche è sul giudizio sulla guerra in Iraq e sulla partecipazione italiana che il Consiglio si è diviso.
Il documento della maggioranza, infatti, giudica il conflitto “un grave errore, in contrasto con le indicazioni dell’Onu”, mentre per le minoranze, come ha affermato Dante Mazzi (FI) “il nostro paese è coinvolto esclusivamente per un’azione di pace e sicurezza, senza partecipare al conflitto”.
Durante il dibattito Demos Malavasi (Ds) ha affermato che “in Iraq è in corso una guerra che non risponde all’obiettivo principale di combattere il terrorismo”, mentre Aldo Imperiale (Rc) ha auspicato un ritiro immediato delle truppe italiane dall’Iraq. Francesco Ori (Ds) ha distinto il ricordo dei caduti di Nassirya “che unisce tutti gli italiani”, dal giudizio politico sulle scelte del Governo italiano in Iraq che il centrosinistra ha sempre criticato.
Per il centrodestra Luca Caselli ha accusato la sinistra di “essere diffidente nei confronti delle forze armate”, mentre Cesare Falzoni (An) ha parlato di “pacifismo di comodo”; Tomaso Tagliani (Udc) ha reso omaggio alle vittime definendoli “martiri della pace”, un giudizio condiviso da Giorgio Barbieri (Lega nord) che ha ribadito il ruolo di pace svolto dal contingente italiano in Iraq.