la traversata dell’appennino sulle orme del lupo 2″musher” e “wheel dogs” come il leggendario balto

C’è un guidatore, chiamato “musher”, che ha come unico mezzo per farsi obbedire la propria voce. Poi ci sono i cani, i veri protagonisti dello sleddog. Innanzitutto il cosiddetto “leader”, cioè il capo muta, che ha la funzione di eseguire i comandi impartiti di cambio direzione, stop o start. Poi ci sono gli “swing dogs”, cani veloci e occasionalmente utilizzabili come leaders; quindi i “team dogs” e, immediatamente davanti alla slitta, i “wheel dogs”, quelli che sostengono maggiormente il peso e, di norma, i più robusti.


Questi cani – che possono essere Siberian Husky, Alaskan Malamute, Samoiedo, Groenlandesi, Alaskani e altri ancora – si muovono rispondendo a comandi quale “whoa” (fermarsi), “come gee” (inversione a 180° a destra), “come haw” (inversione a 180° a sinistra), “easy” (rallentare), “trail” (pista!, prima di un sorpasso).


Lo sleddog è uno sport che risale al 1908, quando Allan Scott Brady diede vita alla prima edizione della “All Alaskan Sweepstakes” (656 chilometri di tracciato) ed è tuttora utilizzato come mezzo di trasporto in alcuni paesi del grande Nord. La gara più famosa è l’Iditarod, 1.688 chilometri tra le distese ghiacciate dall’Alaska da Anchorage a None. Si svolge ogni anno in primavera e rievoca un fatto di cronaca avvenuto nel 1925 quando None, colpita da una terribile epidemia di difterite, rimase isolata dal maltempo e venne salvata dall’eroica spedizione di slitte che trasportavano medicinali, passata alla storia come “corsa del siero”. Quella diventata familiare al grande pubblico come la grande avventura di Balto, eroe dei cartoni animati.


 


 


 

Pubblicato: 03 Febbraio 2005Ultima modifica: 25 Agosto 2005