Poco si sa dell’infanzia di Orazio Vecchi, nato a Modena il 6 dicembre 1550. Da vari documenti si desume che sia stato accolto presso i padri Benedettini di San Pietro a Modena. Le notizie biografiche sono incerte fino al 16 febbraio 1583 quando fu nominato Maestro di Cappella del Duomo, incarico revocato nel 1586, dopo che Vecchi si era attivato per essere nominato Maestro nella cattedrale di Reggio. Per sette anni rimase a Correggio dove compose musica sacra e non sacra. E’ di questo periodo la “Selva di varia Ricreatione”, una delle sue opere più geniali, e il libro delle Lamentazioni.
Fece ritorno a Modena nel 1593 e riprese l’attività di Maestro di Cappella in Duomo. Del 1597 sono le opere “Sacrarum Cantionum”, il Convito Musicale e l’Amfiparnaso, opera che dà inizio al melodramma e che il vecchi stesso, nella dedica ad Alessandro da Este, definisce “nova inventione”. Un anno dopo venne nominato Maestro di Corte dal duca Cesare d’Este, e nel 1600 andò a Roma al seguito del cardinale Alessandro d’Este. Al suo ritorno a Modena trovò delegazioni straniere, danesi e austriache giunte per raccogliere la sua musica.
E’ del 1604 il volume degli Hymni, dove Vecchi riassumeva il suo pensiero: la musica sacra deve essere facilmente orecchiabile, le parole del testo facilmente comprensibili, la semplicità deve accrescere la purezza e la devozione. Delle stesso anno le Veglie di Siena, dedicate al re di Danimarca. Il 7 ottobre 1604 venne sospeso dalla carica di Maestro di Cappella del Duomo, pare per aver impartito l’insegnamento della musica alle monache nonostante il divieto. Morì di crepacuore nella notte tra il 19 e il 20 febbraio 1605, quattrocento anni fa.