“I controlli costanti sulle cave e i frantoi eseguiti dalla Provincia negli ultimi due anni hanno evidenziato il sostanziale adeguamento, da parte delle imprese, alle severe norme che regolano il settore a tutela dell’ambiente. La situazione sta migliorando notevolmente”.
E’ questo il giudizio di Ferruccio Giovanelli, assessore provinciale all’Ambiente, sul bilancio dell’attività nel 2001 dei controlli di polizia mineraria e dell’ufficio Controlli cave intercomunale, gestito dalla Provincia di Modena in accordo con undici Comuni convenzionati che rappresentano oltre la metà dell’attività estrattiva modenese: Campogalliano, Castelfranco Emilia, Concordia, Fiorano, Formigine, Frassinoro, Pavullo, Polinago, Riolunato, Sassuolo e Zocca (gli altri Comuni, tra cui anche realtà importanti come Modena e S.Cesario, eseguono questa attività autonomamente).
Il documento è stato presentato nel corso della conferenza delle Autonomie locali che si è svolto lunedì 3 dicembre in Provincia.
Nel 2001 sono stati effettuati quasi 300 sopralluoghi nelle 42 cave e 32 frantoi presenti nel modenese sulla base dei quali i Comuni hanno potuto emettere i provvedimenti per sistemare le irregolarità.
“Sono emerse soprattutto lievi irregolarità di carattere amministrativo – afferma Alessandro Benedusi, responsabile dell’ufficio Controlli cave – e alcune non conformità dei piani di coltivazione che sono state segnalate ai Comuni. I quantitativi autorizzati di materiale da scavare sono stati rispettati”.
Giovanelli ha spiegato ai Sindaci che questa attività ha lo scopo “soprattutto di prevenire eventuali abusi, mantenendo il controllo a tutela dell’ambiente ma anche a garanzia delle imprese che possono contare in modo costante su un interlocutore pubblico”.
La vigilanza della Provincia si svolge su due fronti: verifiche costanti sulle cave dei Comuni convenzionati attraverso l’ufficio Controlli e la vigilanza sul rispetto delle norme di sicurezza per addetti ai lavori e cittadini (una competenza trasferita di recente dallo Stato alle Province) in tutti i poli estrattivi tramite i propri agenti di polizia mineraria.