Nel 2001 le 135 Guardie ecologiche della Provincia di Modena hanno svolto oltre 26 mila ore di servizio e percorso oltre 166 mila chilometri per controllare l’ambiente. Tale attività ha portato a 150 segnalazioni alle autorità e 194 verbali di accertamento per illeciti ambientali, soprattutto violazioni della legge sul controllo degli spandimenti dei liquami e l’abbandono di rifiuti.
Sono alcuni dati del lavoro di un anno delle Gev modenesi, i “ranger” dell’ambiente, composto esclusivamente da volontari che hanno deciso di dedicare parte del loro tempo libero alla difesa della natura.
“Un servizio particolarmente prezioso – afferma Ferruccio Giovanelli, assessore provinciale all’Ambiente – che funziona da valido supporto all’attività di controllo della Provincia e delle forze dell’ordine. Con le Gev possiamo garantire un presidio del territorio efficace che ci permette di anche prevenire gli abusi”.
I dati sull’attività delle Gev sono stati presentati nei giorni scorsi nel corso dell’assemblea annuale che ha nominato i nuovi organi dirigenti, tra cui il nuovo comitato direttivo che a riconfermato come presidente Paolo Pettazzoni e indicato i nuovi responsabili per area (vedi comunicato n°845).
“Il 2001 è stato un anno molto positivo – spiega Pettazzoni – durante il quale sono aumentate le ore di servizio e i Comuni convenzionati che ora sono 21 dopo l’adesione di Castelnuovo, Finale Emilia e Serramazzoni. La nostra filosofia è puntare sulla prevenzione per educare il cittadino al rispetto dell’ambiente”.
Tra le attività delle Gev, oltre ai controlli ambientali (scarichi idrici, microdiscariche, liquami e allevamenti), figurano la vigilanza nei parchi, l’educazione ambientale, il controllo sulla caccia e la pesca, sulla raccolta dei funghi, la collaborazione ai censimenti ambientali, la partecipazione ad interventi di protezione civile e ad alcuni progetti di cooperazione internazionale per la tutela delle biodiversità in Costarica e Brasile.
Tra i progetti immediati del corpo figurano l’apertura di nuovi sedi a Maranello e nella bassa modenese.
L’attività viene finanziata con i contributi di Provincia e Comuni convenzionati.