zuccherificio di finale, il progetto di riconversioneillustrato in provincia: “si decida con il territorio”

Sarà presentato il prossimo 11 marzo al ministero delle Politiche agricole il progetto di riconversione dello zuccherificio di Finale Emilia. Le linee generali del piano sono state anticipate alle istituzioni locali dai rappresentanti della proprietà, la società Italia Zuccheri, nel corso di un incontro che si è svolto sabato 18 febbraio nella sede della Provincia di Modena. E’ stato l’amministratore delegato Daniele Bragaglia ad illustrare al presidente della Provincia Emilio Sabattini e al sindaco di Finale Emilia Raimondo Soragni la complessità dello scenario di trasformazione del mercato saccarifero italiano alla luce delle nuove disposizioni europee. Il quadro è reso ancor piu’ incerto dal fatto che non sono stati ancora emanati i regolamenti applicativi della riforma dell’Ocm zucchero, regolamenti che il governo si è impegnato a predisporre alla fine di marzo.


Per quanto riguarda lo stabilimento di Finale Emilia, il protocollo quadro nazionale sottoscritto dai sindacati prevede la realizzazione di un impianto energetico a biomasse, per il cui funzionamento sarebbero impiegate una quarantina delle unità lavorative oggi in forza alla società. Un’altra quindicina di dipendenti troverebbero occupazione con il mantenimento del silos e del confezionamento saccarifero.


Nell’immediato, per il personale dello zuccherificio di Finale Emilia la cassa integrazione – così come previsto nel medesimo accordo – scatterà a metà marzo.


Nel delineare la complessità dello scenario, che riguarda non solo la riconversione industriale di un impianto ma la ristrutturazione di un settore importante dell’agricoltura modenese (sono piu’ di mille i produttori che conferiscono le bietole allo stabilimento finalese), il presidente della Provincia Emilio Sabattini ha sottolineato la necessità di governare questi cambiamenti “in un rapporto molto stretto con il territorio e con gli agricoltori”. Per questo ha confermato la decisione di avviare un tavolo di concertazione dove siederanno, insieme alle istituzioni e alla proprietà, anche i sindacati e le associazioni agricole: “Il futuro dello stabilimento di Finale – conclude Sabattini – andrà scritto a quattro mani con il territorio”.


 

Pubblicato: 18 Febbraio 2006Ultima modifica: 17 Marzo 2006