«Questa scelta difende il ruolo pubblico dell’azienda». Lo ha affermato il presidente della Provincia di Modena Emilio Sabattini concludendo, mercoledì 20 giugno, il dibattito in Consiglio sul rilancio del trasporto pubblico locale il cui documento è stato approvato con il voto favorevole dei gruppi dell’Ulivo (Ds e Margherita), quello contrario di Prc, Verdi e dei gruppi di centro destra.
«Mobilità e trasporto pubblico locale si collegano alle politiche ambientali – ha spiegato Sabattini – e noi qui rispetto agli interventi economici necessari discutiamo di un pezzo di bilancio. Le difficoltà dell’azienda sono comuni un po’ ovunque (a fronte di un aumento della popolazione e quindi della domanda di mobilità i contributi nazionali sono rimasti fermi nel tempo) e noi lo abbiamo aggredito con quattro azioni significative: il rapporto con il Governo e la Regione, investimenti locali per quasi 22 milioni di euro (comunicato n. 836) e la ricerca di un partner industriale. Ma nessuno ha in testa la privatizzazione: se il partner si trova, al pubblico rimarrà la maggioranza di Atcm e, comunque, continuerà a governare il settore con l’Agenzia (Amo)».
Il presidente Sabattini, annunciando che il consiglio d’amministrazione di Atcm spa sarà ridotto da sette a tre persone ha anche affermato che nel soggetto regolatore, Amo, appunto, «dovrà essere rappresentata tutta la maggioranza, anche quella che non si riconosce completamente nel documento di oggi. Con questo voto, comunque, per la maggioranza, si apre un problema politico».
Nel dibattito il capogruppo di Rifondazione Aldo Imperiale ha motivato il voto contrario criticando in particolare l’apertura a partner privati e parlando di «piano che non risponde alle esigenze della collettività: una maggiore efficienza può essere garantita anche dal pubblico», mentre Stefano Lugli (Prc) ha ricordato che «l’ingresso dei privati non era previsto nel programma elettorale». Anche Walter Telleri (Verdi) ha dichiarato di non capire «l’intestardirsi sull’ingresso dei privati. Sul resto del piano siamo d’accordo perché il trasporto pubblico va potenziato prima di tutto per ridurre traffico e inquinamento».
«E’ evidente – ha sottolineato Cesare Falzoni (An) – che il trasporto pubblico non vive un buona stagione da tempo, ma questo tentativo di rilancio è assolutamente velleitario». Giorgio Barbieri (Lega nord) nel presentare un ordine del giorno che chiedeva l’azzeramento dei vertici di Atcm spa e la nomina di un commissario straordinario (bocciato dalla maggioranza, a favore anche FI, An e Udc), ha denunciato «l’occupazione degli incarichi nell’Atcm da parte di rappresentanti dei partiti senza alcuna competenza». Un concetto ripreso anche da Claudia Severi (FI) che ha parlato di «fallimento del governo del trasporto pubblico: il consiglio d’amministrazione deve dimettersi e l’ingresso dei privati è solo una soluzione di comodo. Si manda un’azienda in fallimento poi si spera nell’ingresso dei privati. Nessuno ci ha proposto un vero piano strategico industriale». Sul malgoverno dell’Atcm ha insistito anche Tomaso Tagliani (Udc) mentre Dante Mazzi (FI) ha giudicato negativamente le proposte («sono solo propositi che sentiamo da anni e mai realizzati»).
Demos Malavasi (Ds-l’Ulivo) dopo aver presentato un emendamento con il quale si ribadisce «l’apprezzamento per l’impegno delle strutture di governo dell’azienda» e si precisa che l’eventuale partner industriale dovrà avere «capacità finanziarie, una storia rilevante nel settore e dimostrate capacità imprenditoriali», ha sottolineato che «a certe condizioni il partner privato può contribuire a qualificare il servizio. Occorre superare i pregiudizi che vedono l’intervento privato sempre negativo. Noi mettiamo insieme il meglio del pubblico e il meglio del privato». Per Andrea Sirotti (Ds-l’Ulivo) «i problemi del trasporto pubblico modenese sono gli stessi del resto della nazione. Non si tratta di privatizzare il servizio perché le rete rimarrà pubblica, cambierà la gestione». Anche Ivano Mantovani (Ds-l’Ulivo) ha ribadito che il problema del deficit del trasporto pubblico è nazionale, aggiungendo che «l’Atcm non è in fallimento, c’è bisogno di più fondi».
Giandomenico Tomei (Margherita-l’Ulivo) ha affermato che «la ricerca di un partner industriale, oltre a essere un passo indispensabile, è in linea, non contrario, al programma elettorale e al mandato degli elettori».