criminalità economica 2 – analizzate 308 sentenze modenesi “primi” nelle truffe, estorsioni dal sud

La ricerca sulla criminalità economica è stata divisa in due parti: nella prima si da conto della presenza mafiosa, nella seconda dei reati economico-commerciali come la truffa, i reati inerenti la falsità dei titoli di credito e gli assegni bancari, l’appropriazione indebita, i reati fallimentari, l’usura e il ricorso abusivo al credito, i marchi e le frode sui marchi, la frode nel commercio e alimentare.

Per descrivere questi fenomeni sono state analizzate 308 sentenze di primo grado emesse nella circoscrizione giudiziaria di Modena e provincia, nel periodo 1996-2006. Per alcune fattispecie di reato sono state prese in considerazione il cento per cento delle fonti disponibili (usura, marchi contraffatti, frode nei marchi, frode nel commercio e frode alimentare), per le altre una significativa campionatura che varia tra il 10 e il 50 per cento.

Ecco l’identikit che emerge degli imputati: otto su dieci sono uomini (tra le vittime, invece, le donne sono il 37 per cento) e l’età della metà è compresa tra i 30 e i 49 anni; nove su dieci sono italiani e il 40 per cento modenesi; la professione dichiarata da quasi il 72 per cento è di imprenditore o commerciante. Gli stranieri sono il 9 per cento e un terzo è stato assolto. Tra le fattispecie di reato, la principale per gli stranieri è l’estorsione (54 per cento) seguita dalla truffa (21 per cento).

Per gli italiani le diverse fattispecie di reato corrispondono anche a diverse provenienze: nelle falsificazioni di titoli, nell’emissione di assegni falsi e nel ricorso al credito abusivo sono i modenesi i principali imputati (64 per cento), così come avviene per le truffe (39 per cento), mentre nell’appropriazione indebita i modenesi (39 per cento) sono preceduti da chi è nato nel nord Italia (45 per cento). Diverso il caso dell’estorsione dove gli imputati vengono prevalentemente dal sud (35 per cento). Nell’usura, invece, modenesi e meridionali sono coinvolti in pari misura (33 per cento).

Oltre la metà delle imputazioni (52 per cento) vede coinvolte più persone in concorso tra di loro; nel 9 per cento dei casi il processo è stato per associazione a delinquere, mai però di stampo mafioso. Il 43 per cento dei processi ha richiesto tra i quattro e i sei anni di tempo, quasi il 22 per cento oltre dieci anni. Si sono conclusi con una condanna il 57 per cento dei procedimenti, ma tre sentenze assolutorie su dieci sono dovute a prescrizione.

Pubblicato: 19 Novembre 2007Ultima modifica: 27 Maggio 2020