L’uomo politico e il suo ruolo nella storia italiana, ma anche il dramma di un uomo. E’ quanto racconta “Trittico: 1978-2008. Moro, l’Italia, la coscienza”, installazione videostorica allestita nella chiesa di San Paolo – spazio espositivo della Provincia in via Francesco Selmi a Modena – dal laboratorio dell’archivio cinetelevisivo della Fondazione per le scienze religiose “Giovanni XXIII” con la collaborazione delle Teche Rai e dell’Accademica Aldo Moro di Roma, il patrocinio delle più alte istituzioni della Repubblica e il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena in occasione del trentesimo anniversario dell’omicidio di Aldo Moro.
L’installazione consiste in un parallelepipedo appeso, una “prigione di garza” delle dimensione di quella in cui, per 55 giorni, venne tenuto Aldo Moro (2,50 di profondità per 1,20 di larghezza per 2,0 metri di altezza). Sui due lati corti della cella passa una foto-biografia che raccoglie in una sequenza continua foto pubbliche e private di Moro. Sul lato più ampio, che ha le dimensioni di un grandissimo televisore, scorre il corpo della narrazione.
Lo schermo appare come un trittico: nella parte centrale passano i telegiornali dei vari giorni, prima e dopo il rapimento, che all’improvviso rallentano e si fermano su una parola chiave, messa in risalto da un sottotitolo. Mentre questa immagine s’immobilizza, quella che sembrava una foto di Moro si anima e fa sentire il pensiero di Moro su un problema, un rapporto, un tema. Altre volte è il riquadro di destra, quello rivolto al futuro nella successione del tempo, nel quale altri (Lama, Paolo VI, Bachelet, Dossetti, Ruffilli, Tobagi) parlano di Moro e del suo ruolo nella storia italiana.
La mostra, che è a ingresso libero e rimarrà aperta fino al 2 giugno tutti i giorni dalle 16 alle 19 (il sabato e la domenica anche dalle 10 alle 13, oltre alla possibilità di organizzare visite per le scuole al mattino su prenotazione) è stata proposta anche a Bologna, Roma, Milano, Bari, Siena, Venezia, Trento, Reggio Emilia, Torino, oltre che negli studi di Rai 1.
L’inaugurazione sabato 10 maggio alle ore 12 alla presenza del presidente della Provincia di Modena, Emilio Sabattini, e del professor Alberto Melloni, docente di Storia contemporanea all’Università di Modena e Reggio Emilia e curatore dell’installazione.