Negli ultimi trent’anni il territorio insediato di tipo urbano è cresciuto in misura esponenziale: dagli 85,17 chilometri quadrati del 1976 ai 218 di due anni fa, con un indice di urbanizzazione che è quasi triplicato.
«Il nostro benessere, la nostra qualità di vita è cresciuta anche “mangiando” territorio – spiega l’assessore alla Pianificazione territoriale Maurizio Maletti – e questo ha prodotto anche negativi effetti ambientali. Per il futuro proponiamo di indirizzare le trasformazioni urbanistiche e territoriali contenendo l’uso di nuovo territorio, privilegiando la riqualificazione dell’esistente e non l’espansione». Di concerto con i Comuni, sarà fissata una percentuale contenuta di nuovo suolo da urbanizzare per la residenza, indicativamente il 5 per cento nel decennio, orientando le aree di nuove previsioni a favorire il riutilizzo dell’esistente. Dal momento che le dinamiche demografiche prevedibili richiedono il rilancio di politiche abitative e la ridefinizione delle dotazioni urbane necessarie per governare con equilibrio le trasformazioni sociali, il Ptcp fa propria la proposta – di cui si discute in ambito regionale – di destinare una quota della nuova offerta abitativa all’edilizia residenziale sociale, da realizzare sia per iniziativa pubblica che privata, e destinata a far crescere il mercato dell’affitto a prezzi sostenibili. Di concerto con i Comuni si stabilirà quindi una quota minima (almeno il 20 per cento) da riservare a questo scopo, e se questa debba essere omogenea in tutti i Comuni oppure differenziata a seconda delle condizioni specifiche.