L’istituto superiore Fermi di Modena, così come il mondo della scuola modenese, è in lutto per la scomparsa di Maurizio Boni, 62 anni, sposato, un figlio, docente e dirigente scolastico tra i più conosciuti e apprezzati. Tra il 2006 e il 2008 Boni è stato dirigente scolastico del Fermi guidandolo nel processo di passaggio dalla Provincia allo Stato e con la scuola aveva mantenuto un rapporto di collaborazione.
«La notizia è giunta inaspettata – confermano al Fermi – perché, pur essendo malato da tempo, il dirigente collaborava ancora con l’istituto e la sua è stata una presenza costante e preziosa fino all’ultimo giorno. Niente faceva percepire il precipitare improvviso delle sue condizioni».
In un messaggio di cordoglio studenti, professori e personale della scuola, molto colpiti dall’evento, si sono stretti alla famiglia in «un ideale, lungo e affettuoso abbraccio» di solidarietà. «La dote più evidente di Maurizio Boni – sottolinea l’attuale dirigente del Fermi Maria Cristina Zanti – era la capacità di trasmettere serenità, fiducia e sicurezza. Serenità e sicurezza che nascevano da un carattere positivo, orientato sempre a cercare la soluzione dei problemi e a far emergere il meglio da ogni collaboratore».
«Se il Fermi è considerata una scuola di qualità si deve anche a Maurizio Boni» sottolinea l’assessore provinciale all’Istruzione Silvia Facchini esprimendo il cordoglio da parte dell’ente e ricordando come il dirigente abbia «accompagnato la fase di profondi cambiamenti della scuola, che ora saprà sicuramente fare tesoro dei progetti di miglioramento ai quali aveva collaborato». Di Boni l’assessore Facchini ricorda soprattutto «la vasta cultura, la sensibilità umana, il senso dello Stato che lo hanno portato a lavorare con passione e competenza per una scuola pubblica di qualità».
Di formazione tecnica, laureato in agraria, Maurizio Boni come docente ha insegnato Scienza agrarie e Tecniche di gestione aziendale, mentre prima del Fermi ha diretto l’istituto tecnico agrario Calvi di Finale Emilia, l’istituto tecnico per geometri Baggi di Sassuolo e l’istituto professionale agrario Spallanzani di Castelfranco Emilia, che proprio durante la sua direzione si è trasformato in istituto di istruzione superiore, introducendo accanto al percorso professionale anche il percorso tecnico.