Triennale del Venerdì Santo

Il 2 aprile nel centro storico di Fanano va in scena la spettacolare rievocazione della Passione di Cristo che si tiene ogni 3 anni. In programma la processione lungo le vie e le piazze adornate con rami di bosso ed illuminate da fiaccole e lanterne.

Il 2 aprile a Fanano si celebra il Venerdì Santo pasquale con un grande evento che richiama numerosi fedeli, turisti ed amanti delle tradizioni e del folklore. Espressione della tradizione religiosa, la Triennale del Venerdì Santo di Fanano rappresenta una delle manifestazioni più antiche e suggestive dell’Alto Appennino Modenese. La rievocazione fananese della Passione di Cristo vede il suo momento culminante in una processione che si snoda lungo le vie del centro storico, adornato con rami di bosso ed illuminato con fiaccole e lanterne.

La Triennale del Venerdi Santo di Fanano ha una tradizione secolare ed è passata attraverso innumerevoli trasformazioni, prima di assumere l’attuale forma organizzativa. Inizialmente si svolgeva ogni 8 anni ed in forma vivente, con attori del paese che interpretavano il dramma della passione. Successivamente le persone sono state sostituite da statue e immagini sacre. Quello che non è mai sostanzialmente mutato è l’apparato scenografico, costituito da colonne e cordoni di bosso e cipresso (gli alberi del dolore e del lutto) che decorano l’intero percorso della processione.

Il paese viene suddiviso per l’occasione in 8 contrade: Chiesa, Piazza, Stradone, Poggiolo, Pianata, Piazzetta, Fuoco, Gesù Morto. Ogni contrada ha un capocontrada che organizza la potatura e la raccolta del bosso. Già nel periodo di quaresima e soprattutto durante la settimana Santa, le strade e le piazze si animano di un lavoro febbrile che unisce uomini, donne e giovani fananesi.

Nel corso della cerimonia del Venerdì Santo, che ancora oggi si svolge secondo l’antica tradizione settecentesca introdotta dai monaci Francescani, tutto inizia alle tre del pomeriggio, quando viene posta la statua lignea del Cristo Morto nel sepolcro di bosso eretto davanti alla cappelletta Fogliani. A partire dalle 21, i membri delle diverse Confraternite (con le tradizionali “cappe” colorate di nero, rosso e turchino) portano in processione la statua settecentesca raffigurante il Cristo morto e quella della Madonna Addolorata. Il tragitto prevede una sosta nella contrada Poggiolo, dove viene allestito l’Orto dei Getsemani, al centro del quale figura una statua del Cristo. Si attraversano poi le contrade Stradone, Pianata e Piazza, ornate di archi e croci di foglie sempreverdi. Dopo questo scenario, illuminato dalla fioca luce di lumi velati di viola, si giunge alla Contrada Fuoco, dove viene acceso un grande fuoco a torcia su un piedistallo. Segue un’altra sosta nella Contrada Piazzetta, con l’allestimento della grandiosa rappresentazione del monte Calvario ricoperto di muschio sormontato da tre croci, alla cui base è posta una statua di Cristo Morto affiancata dalle statue della Madonna Addolorata e di S. Giovanni. Si giunge poi alla Contrada Chiesa, davanti alla Chiesa Parrocchiale di S. Silvestro, dove viene depositata la statua del Cristo Morto, in una cappella rivestita di frasche sempreverdi che raffigura il sepolcro. Dalla Chiesa di San Silvestro il Sacro Simulacro viene infine riportato nella Cappella Fogliani da cui tutto il cammino ha inizio. Le celebrazioni proseguono nel giorno di Pasqua e il Lunedì dell’Angelo, quando tra l’altro sono in programma le tradizionali gare di “coccetto”, un gioco che si perpetua da secoli, al quale tutti possono partecipare, e che consiste nel contendersi le uova sode variopinte, battendole una contro l’altra. Le scenografie della Triennale rimangono poi visitabili per tutta la settimana successiva, nella suggestione del verde del bosso e del viola tenue delle centinaia di lampadine ricoperte di carta colorata.

Le origini della Triennale del venerdì Santo risalgono al Medioevo, e gli elementi che la caratterizzano sono stati tramandati dalle numerose comunità religiose che si sono insediate nel corso dei secoli a Fanano, tra cui i monaci benedettini, che nel 753 si spostarono a Nonantola dove fondarono la locale Abbazia, e i Francescani (1230-1768). Con la costruzione della via Romea Nonantolana, che collegava le due Abbazie benedettine di Nonantola e Fanano, e, attraverso il Passo della Calanca, la pianura Padana con la Toscana, in epoca medievale la cittadina divenne un luogo di transito, assistenza ed ospitalità soprattutto per i pellegrini che si recavano a Roma.

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Pubblicato: 29 Marzo 2010