Domenica 17 maggio alle 11.30 inaugura alla Galleria Civica di Modena la mostra intitolata “OLIVO BARBIERI site specific_MODENA 08“. L’esposizione rimane visitabile fino a domenica 12 luglio presso il Palazzo Santa Margherita, in corso Canalgrande 103.
La mostra dell’artista carpigiano Olivo Barbieri è stata organizzata e prodotta dalla stessa Galleria Civica di Modena in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, è curata da Angela Vettese e promossa dagli Assessorati alle Politiche Economiche e alla Cultura del Comune di Modena.
Dopo aver realizzato progetti fotografici e film in tutto il mondo, Olivo Barbieri è stato chiamato a dedicare alla città di Modena una tappa del suo progetto site specific_. Iniziato nel 2003, tale progetto ha coinvolto alcune tra le più grandi metropoli mondiali, tra cui Roma, Torino, Montreal, Las Vegas, Los Angeles, Shanghai, Amman e New York. A Modena Olivo Barbieri ha “preso di mira” in particolare la zona Tempio della città, sottoposta ad un progetto di riqualificazione. Questa parte della città è uno dei quartieri più controversi e al tempo stesso più ricchi di potenzialità, è un’area ricca di tradizioni – qui nacque in una casa modesta Enzo Ferrari – ma anche di nuove contraddizioni, legate alla presenza di una sempre più vasta comunità di immigrati provenienti da diversi paesi e culture.
L’esposizione presenta trenta dittici fotografici di grande formato e due video. Seguendo il metodo messo a punto da diversi anni, Barbieri ha sorvolato il territorio con un elicottero, in modo da potere riprendere la città dall’alto. Ha realizzato così le fotografie con la tecnica della messa a fuoco selettiva e ha girato un filmato di alcune ore che è stato poi sdoppiato in due versioni, proiettate entrambe presso la Galleria Civica: una in bianco e nero, nata grazie a una rielaborazione che “scheletrizza” i contorni e conferisce al film l’aspetto di un disegno tecnico in movimento, l’altra a colori, dove le immagini diventano pittura e la città appare come un’animazione.
I dittici propongono da una parte viste dall’alto di zone della città, rielaborate in bianco e nero, e dall’altra alcuni particolari fortemente ingranditi tratti dalle stesse inquadrature, rappresentati a colori e individuati a livello di posizionamento dalla convergenza di linee rosse che incrociandosi formano una specie di mirino. I luoghi presentati in bianco e nero vengono percepiti come modellini in scala disegnati graficamente, in cui risalta la progettualità delle strutture architettoniche e urbanistiche delle zone interessate. I particolari illustrano invece scene quotidiane della vita di persone comuni. Ecco che allora da una serie di finestre emerge un uomo a torso nudo, una sagoma per strada ci si palesa come una ragazza di colore intenta a mangiare patatine, due persone in un terrazzo chiacchierano tranquillamente, un uomo getta rifiuti nella spazzatura, una donna porta a casa la spesa, e così via.
La prospettiva dall’alto modifica la percezione della realtà, e con queste costruzioni concettuali Olivo Barbieri ci mostra come uno stesso spazio possa essere osservato sotto diversi punti di vista, con la rappresentazione in contemporanea di una visione macroscopica, dove non sembra esserci posto per le persone, e una microscopica, dove vengono inquadrati i gesti quotidiani di individui che in effetti vivono e si muovono in questa stessa realtà, solo apparentemente invisibili. Quasi come nel film La finestra sul cortile di Hitchcock, il particolare si rivela e si stacca dal suo contesto per farsi protagonista di una storia a se stante. La città che ne emerge è un luogo fisico precisamente delineato, ma anche il contenitore di mille storie individuali e misteriose.
Allo stesso tempo l’operazione concettuale di Olivo Barbieri rimanda all’idea molto attuale della nostra società sempre più basata sul controllo, dove nessuno può sentirsi del tutto al riparo nella propria quotidianità, in una realtà che viene continuamente vivisezionata da telecamere di tutti i tipi, dal satellite piuttosto che da videocamere di sorveglianza poste agli angoli delle strade, tutti strumenti in grado di riprendere dall’alto frammenti di vita delle persone, del tutto inconsapevoli di essere osservate da questi “occhi” indiscreti.
Olivo Barbieri, nasce a Carpi nel 1954, città in cui vive e lavora. A partire dal 1971 intensifica il suo interesse per la fotografia, e dal 1978 espone in numerose mostre in Italia e all’estero, tra cui alla Biennale di Venezia. Opere di Barbieri sono presenti in musei e collezioni d’arte pubbliche e private in Europa e negli Stati Uniti, tra cui Museum Folkwang Essen, CAAC Centro Andaluz de Arte Contemporaneo Siviglia, San Francisco Museum of Modern Art, International Center of Photography (ICP) New York, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo Torino, GAM Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Torino, Sondra Gilman Collection New York, Cisneros Fontanals Foundation Miami. I film di Olivo Barbieri sono stati presentati nei più importanti Film Festival e musei di tutto il mondo, tra cui Locarno Film Festival, Sundance Film Festival, Berlin Film Festival, MOMA di New York e Tate Modern di Londra.
In occasione della mostra è stato realizzato un catalogo bilingue con un ricco repertorio di immagini delle opere presentate, e testi critici di Antonello Frongia e Angela Vettese.
L’orario di visita all’esposizione è mercoledì, giovedì, venerdì e sabato dalle 10.30 alle 13 e dalle 16 alle 19.30, domenica e festivi ininterrottamente dalle 10.30 alle 19.30, chiusura settimanale lunedì e martedì. L’ingresso è libero.
Per informazioni:
Galleria Civica di Modena
tel. 059.2032911/2032940