Infiorata di Pievepelago

Domenica 6 giugno, festa del Corpus Domini, si rinnova a Pievepelago la tradizionale "infiorata" lungo l'antica via Tamburù. Gli artisti infioratori compongono variopinti e bellissimi tappeti floreali per adornare il percorso della processione.

L’Infiorata di Pievepelago è una manifestazione a carattere religioso che risale al 1927. L’evento si collega alla solennità religiosa del Corpus Domini che quest’anno cade domenica 6 giugno. L’Infiorata di Pievepelago abbina la cerimonia religiosa con la celebrazione “pagana” dell’avvento della stagione estiva, assumendo così anche una importante valenza culturale e turistica.

I protagonisti della manifestazione sono gli artisti, detti infioratori, che compongono variopinti e bellissimi tappeti floreali per adornare il percorso della processione. Gli infioratori si ritrovano circa un mese prima della domenica del Corpus Domini per definire tutti gli aspetti organizzativi, sia quelli logistici che quelli creativi. La fase di preparazione anticipa l’allestimento di queste bellissime ma effimere composizioni floreali, destinate a durare solo alcune ore. I fiori vengono acquistati generalmente ai mercati generali. Se la stagione lo permette, 3 o 4 giorni prima dell’evento vengono raccolti nei dintorni e poi conservati nelle cantine. Si usano esclusivamente varietà di specie vegetali non protette come il maggiociondolo, l’acacia, la ginestra, la “palla di neve”, la margherita, le felci. Col passare degli anni l’iniziativa è stata via via migliorata e sono stati realizzati tappeti floreali sempre più complessi e di grande valore artistico.

Nella domenica del Corpus Domini, alle prime luci dell’alba i contorni dei disegni vengono tracciati con gessi colorati lungo il percorso di via Tamburù, la via più antica e suggestiva di Pievepelago. Successivamente con i petali dei fiori si riempiono meticolosamente gli spazi tracciati dai disegni, seguendo schemi di colori prestabiliti. I petali più leggeri vengono bagnati con l’acqua per evitare che il vento li porti via: le condizioni atmosferiche in cui lavorano gli infioratori possono infatti risultare molto precarie. I soggetti dei tappeti floreali sono prevalentemente di tipo religioso, non sono mancati negli anni richiami a fatti di attualità come quando Papa Giovanni Paolo II visitò la diocesi di Modena nel 1988, o in occasione della caduta del muro di Berlino nel 1989, o ancora per il Giubileo del 2000. Generalmente vengono realizzate da 10 a 20 composizioni, in funzione dell’andamento stagionale. Una volta ultimati i tappeti, gli infioratori li collegano tra di loro con cornici e motivi ornamentali, creando così su via Tamburù un unico lungo manto di fiori. Anche le altre strade del capoluogo vengono addobbate con centinaia di rami di ginestra. Dalle 10 alle 12 vi è il momento di maggior lavoro e di maggiore affluenza dei turisti, curiosi di vedere gli artisti infioratori all’opera. Alle 12 il lavoro deve poi essere finito per il passaggio della solenne processione. La tradizione vuole che solo il Sacerdote con l’Ostensorio possa calpestare il manto floreale che resta intatto fino a sera per essere ammirato dal pubblico dei visitatori.

La tradizione dell’Infiorata coinvolge circa 150 località italiane ed esiste persino una Associazione dei Comuni delle Infiorate artistiche. Il comune di Pievepelago ha ottenuto anch’esso il titolo di “Città dell’Infiorata”, accanto alle realtà più famose e più antiche come Genzano nel Lazio (la prima infiorata di Genzano viene realizzata nel 1778) e Spello in Umbria.

Per ulteriori informazioni:

Comune di Pievepelago, tel 0536.71322
Pro Loco di Pievepelago, tel 0536.71304
email pievepelago@msw.it

Pubblicato: 27 Maggio 2010