Per tutta la durata del nuovo anno scolastico, la Provincia promuove una mostra itinerante dedicata al tema della continuità, al fine di sostenere i bambini nel passaggio tra i diversi ordini di scuole, dal nido d’infanzia alla scuola d’infanzia e da questa alla scuola primaria.
La mostra si intitola “In continuità” e viene allestita per la prima volta da lunedì 1 a venerdì 5 settembre in viale Jacopo Barozzi 172 a Modena nella sede di Memo (il Multicentro educativo Sergio Neri), per fare poi tappa in tutti gli altri distretti scolastici modenesi, a Carpi, Mirandola, Castelfranco Emilia, Vignola, Pavullo, fino a chiudersi in maggio a Sassuolo.
La mostra è organizzata dal Coordinamento pedagogico della Provincia di Modena, organismo di cui fanno parte tutti i coordinatori dei servizi 0/6 pubblici e privati ed i referenti delle scuole dell’infanzia statali.
Nell’allestimento vi sono 19 pannelli in cui sono esposti documenti, materiali, oggetti che raccontano le esperienze di continuità verticale, da un livello di scuola a quella successivo, e orizzontale, tra le famiglie e le scuole. Si tratta di progetti “ponte” realizzati nei sette distretti scolastici modenesi.
Il valore della continuità nasce dall’esigenza fondamentale di garantire al bambino il diritto ad un percorso formativo organico e completo, nella consapevolezza che la sua identità si costruisce in un processo di crescita unitario e progressivo.
Da una struttura scolastica all’altra cambiano molte cose, ci sono parecchie discontinuità. Cambiano i compagni e gli adulti, cambiano i rituali e l’organizzazione della giornata, cambiano gli ambienti, gli arredi e i materiali, cambiano i saperi, le conoscenze e gli strumenti, le strategie educative e didattiche, gli atteggiamenti e le aspettative. Far fronte alle difficoltà che sovente si riscontrano in questi passaggi non è semplice, ed ecco la necessità di creare “ponti” per garantire al bambino la continuazione della propria storia personale, per continuare nello sviluppo delle proprie competenze ed evitare fratture troppo grosse tra vita scolastica ed extra-scolastica, nella costruzione di una propria identità attraverso la relazione con la realtà intorno a sé, con luoghi, oggetti, situazioni, incontri, emozioni.
“Pensiamo la continuità come un palcoscenico sul quale si muovono diversi protagonisti: i bambini, le famiglie, gli educatori, gli insegnanti e il personale dei servizi formativi – spiega Silvia Facchini, assessore provinciale all’Istruzione – tutti impegnati in una buona azione educativa che favorisca il passaggio tra i diversi ordini di scuola e prevenga le difficoltà”.
In questo palcoscenico risulta di primaria importanza il ruolo degli educatori. Genitori ed insegnanti, impegnati ogni giorno nell’educazione dei bambini, possono trovare collaborazione e aiuto partendo innanzitutto dalla propria reciproca conoscenza. Occorre poi sostenere e valorizzare il confronto continuo tra insegnanti dei vari ordini di scuola che preveda la pratica di attività comuni e collegiali.
“Occorre che tra educatori e insegnanti si consolidi una cultura della continuità – sottolinea l’assessore Facchini – e per questo è necessario sostenere e valorizzare il confronto continuo tra gli insegnanti dei vari ordini di scuola”.
Tra le buone prassi illustrate dai progetti “ponte” descritti nella mostra vi è ad esempio l’abitudine sempre più diffusa e consolidata di offrire ai bambini del nido una “scatola dei ricordi” nella quale vengono raccolti oggetti che raccontano l’esperienza vissuta e che verranno poi utilizzati con i nuovi compagni.
La nuova scuola deve poi preoccuparsi di accogliere al meglio i nuovi bambini e le nuove famiglie. I resoconti delle vacanze, la presentazione degli oggetti che escono dalla “scatola dei ricordi”, la narrazione del proprio libro personale, la prosecuzione dei progetti ponte “interrotti” al giugno precedente, sono tra le tante attività che la nuova scuola deve proporre nel primo periodo di frequenza. I bambini trovano così spunti per parlare di sé ed aprirsi verso gli altri. Inoltre, sempre più bambini provengono da famiglie straniere e questo suggerisce la necessità di utilizzare documenti che, con immagini e semplici frasi, raccontino le caratteristiche della scuola, le regole principali che la governano, le buone prassi utili per stare bene insieme nel nuovo ambiente.