Monitorare il fenomeno delle infiltrazioni mafiose nel territorio modenese aumentando i controlli nei cantieri e, nel contempo, chiedere al ministero degli Interni di costituire in Emilia Romagna un’agenzia operativa della Direzione investigativa antimafia con un ufficio distaccato a Modena. Sono queste le richieste alla Provincia di Modena contenute in due ordini del giorno sulla lotta alla mafia approvati all’unanimità dal Consiglio provinciale.
I due documenti, presentati rispettivamente da Denis Zavatti per la Lega nord e da Luca Gozzoli, capogruppo del Pd, partivano entrambi dai dati sul primo semestre 2010 resi noti nella relazione della Dia nazionale dai quali risulta che l’Emilia Romagna è al quinto posto in Italia per le segnalazioni di operazioni finanziarie sospette ad alto rischio di riciclaggio (910 su un totale di 12.828) e al quarto tra le regioni del centro-nord per i reati di estorsione con 106 casi documentati. Si registrano inoltre nove casi di usura che hanno provocato 30 denunce.
Aprendo il dibattito, Sergio Pederzini (Idv) ha affermato che è necessario dotarsi degli strumenti «per affrontare in tempo, prima che si consolidi, l’emergenza sul nostro territorio». D’accordo Luca Ghelfi (Pdl) che ha anche richiamato «le amministrazioni locali alla massima attenzione perché buona parte del fenomeno mafioso è legato agli appalti», mentre Fausto Cigni (Pd) si è augurato «un maggior investimento per quanto riguarda le investigazioni». Per Bruno Rinaldi (Pdl) sarebbe opportuno tenere sotto controllo i «terreni che vengono venduti per cifre superiori al loro valore». Positivo il messaggio che passa attraverso l’approvazione unanime dei due ordini del giorno per Fabio Vicenzi (Udc), per il quale «è un segnale che la politica fa la sua parte insieme alle forze di polizia e ai magistrati», e per Mauro Sighinolfi (Pdl): «L’unità nelle proposte e nelle azioni è uno strumento utile contro le infiltrazioni mafiose».