I dati della raccolta differenziata 2006

In provincia la raccolta differenziata cresce nel 2006 al 39,4 per cento. Aumenta però anche la produzione di rifiuti. Nonantola, Castelnuovo e Novi sono i comuni più virtuosi. Avviato un progetto per potenziare la raccolta nella zona montana.

L’Osservatorio Provinciale Rifiuti sta preparando la quattordicesima relazione annuale che contiene l’analisi dettagliata sulla produzione di rifiuti, sulla raccolta differenziata e sulla gestione degli impianti di trattamento e smaltimento, con riferimento al territorio modenese. La pubblicazione del report è attesa nel mese di settembre ma i dati definitivi principali sono già stati divulgati dal settimo Notiziario dell’Osservatorio, uscito di recente e consultabile su questo sito (vedi indirizzo web nei link utili a fianco). L’Osservatorio Provinciale Rifiuti redige il suo rapporto sulla base delle informazioni fornite dai Comuni e dai quattro gestori del servizio, ovvero Aimag, Geovest, Hera e Sat. I dati sono raccolti in un database informatico messo a punto grazie alla collaborazione fra la Provincia e l’ATO, l’Agenzia d’ambito per i servizi pubblici, un organismo di livello provinciale istituito dalla Regione, che per legge ha l’obiettivo di disciplinare e gestire il Servizio di gestione dei rifiuti urbani e anche il Servizio idrico integrato.

Analizzando i dati dell’Osservatorio, la considerazione principale da fare è che la raccolta differenziata in provincia di Modena è cresciuta nel 2006 fino alla quota del 39,4 per cento sul totale dei rifiuti prodotti (nel 2005 era al 36,8). Siamo ancora lontani dall’obiettivo del 55 per cento previsto come media provinciale dal Piano per la Gestione dei Rifiuti (PPGR) approvato nel 2005, però ci si sta progressivamente avvicinando a tale livello.

“Si tratta di dati in costante aumento – sottolinea Alberto Caldana, Assessore all’Ambiente della Provincia di Modena – ma dimostrano anche che per raggiungere l’obiettivo del 55 per cento occorre un ulteriore sforzo in particolare per estendere i nuovi metodi di raccolta dell’organico. La strategia della Provincia è quella di garantire una gestione equilibrata dei rifiuti urbani basata su riciclo e termovalorizzazione, riducendo fortemente il ricorso allo smaltimento in discarica. L’incremento del riciclo, però, deve essere accompagnato da riduzione della produzione dei rifiuti, purtroppo ancora in crescita”.

L’altro rilievo fondamentale è proprio il fatto che oltre alla raccolta differenziata continuano ad aumentare anche i rifiuti prodotti. Dai dati dell’Osservatorio emerge infatti che la produzione complessiva dei rifiuti nel territorio modenese è salita nel 2006 a 430 mila tonnellate contro le 416 mila tonnellate del 2005. Questo aumento è dovuto sia alla crescita della popolazione residente di quasi 5000 unità nel corso del 2006, sia anche alla maggiore produzione di rifiuti procapite, a dimostrazione di un elevato livello di benessere e conseguentemente di un elevato livello di consumi.

Il dato medio di rifiuti prodotti da ciascun modenese nel corso del 2006 è stato di 642 kg, il 2,6 per cento in più rispetto ai 626 kg del 2005: quindi ciascun residente ha prodotto in media oltre un kg e 700 grammi al giorno di rifiuti. Di questi 642 kg, il 39,4 per cento, ovvero 252 kg sono stati inviati alla raccolta differenziata, il 9,6 per cento in più rispetto ai 230 kg del 2005. Sono stati invece avviati a smaltimento indifferenziato (in discarica o all’inceneritore) 390 kg di rifiuti procapite (-1,5 per cento rispetto al 2005).

Il dato del 39,4% di raccolta differenziata risulta poi dalla sommatoria di due elementi: il 35,5% di raccolta differenziata di materiali come vetro, carta e tanti altri destinati al recupero e al riciclo, a cui si aggiunge il 3,8% di raccolta differenziata di materiali destinati invece allo smaltimento. Si tratta in quest’ultimo caso di rifiuti pericolosi come pile, medicinali, vernici, adesivi o ingombranti che vengono raccolti in modo differenziato perchè devono essere smaltiti in condizioni di sicurezza, separatamente quindi dalla massa dei rifiuti indifferenziati.

I dati completi con le percentuali di raccolta differenziata per tipologia di rifiuto sono ancora in corso di elaborazione e vengono presentati nel mese di settembre nel report annuale. Risultano comunque in crescita tutte le principali frazioni che costituiscono il monte dei rifiuti differenziati, con evidenti miglioramenti per la frazione compostabile. Non si rilevano però spostamenti rilevanti in termini percentuali rispetto ai dati del 2005: in tale anno la raccolta differenziata era composta per il 23 per cento da potature e sfalci (rifiuti verdi da parchi e giardini), il 16,5% da carta e cartone, l’11 per cento da vetro e lattine, il 10 per cento da frazione organica, il 6 per cento da inerti, oltre il 3 per cento da plastica e un altro 3 per cento da metalli.

In attesa dei dati definitivi 2006, sempre con riferimento ai dati del 2005, il 27 per cento dei rifiuti della provincia viene smaltito in discarica, il 23 per cento nell’inceneritore di Modena, l’11 per cento viene avviato alla selezione nell’impianto di compostaggio di Carpi e il resto va al recupero nelle 215 aziende modenesi di riciclaggio dei rifiuti. Oltre il 40 per cento di questi rifiuti nel 2005 è stato raccolto in 56 stazioni ecologiche, un risultato ottenuto anche grazie al ammodernamento della rete realizzato in questi ultimi anni.

Tra i dati definitivi e già diffusi relativi al 2006, sono 3 attualmente i comuni che hanno raggiunto e superato la quota obiettivo del 55 per cento di raccolta differenziata: con il 63,6 per cento Nonantola si conferma il comune con la migliore performance (62,1 nel 2005), al secondo posto sale Novi che con il 56,5 per cento (49,8 per cento nel 2005) scavalca in classifica Castelnuovo Rangone che raggiunge comunque la quota significativa di 55,7 (50,7 nel 2005).
Superano la soglia del 50 per cento Finale Emilia con 53,9 (52,9 nel 2005), Formigine  con 50,9 (49,3 nel 2005) e Ravarino a quota 54,8 (53,2 nel 2005).
Tra le città maggiori, Modena sale a quota 32,2 per cento (30,1 nel 2005), Carpi al 38,2 (37,3 nel 2005), Sassuolo al 42,7 (42,1 nel 2005), Mirandola al 43,8 per cento (38,3 nel 2005), mentre Pavullo sfiora il 35 per cento (31,6 nel 2005).
Aggregando i dati per aree, emerge che nell’area nord la raccolta differenziata supera il 45 per cento, nel resto della pianura il 38,7 per cento, nei comuni collinari il 42,3 per cento, mentre in montagna arriva al 29,3 per cento.

Il ritardo dei comuni dell’Appennino rispetto alle altre zone della Provincia è evidente, anche se si riscontra un aumento di quasi tre punti percentuali rispetto al 2005. Per potenziare la raccolta differenziata in montagna, la Provincia di Modena ha finanziato un progetto di Hera per la riorganizzazione del servizio, con un contributo di 568 mila euro di provenienza regionale. Hera è il gestore che ha appunto in carico anche la gestione della zona della montagna, oltre a parecchi comuni della zona di pianura. L’operazione ha un costo complessivo di 860 mila euro e coinvolge i comuni di Guiglia, Fiumalbo, Montecreto, Pievepelago, Riolunato, Sestola e Zocca, alcuni di quelli che presentano le percentuali di raccolta differenziata più basse in assoluto.
In programma l’acquisto di nuovi cassonetti e strutture destinati alle isole ecologiche già esistenti, l’installazione di nuove stazione ecologiche interrate e di ministazioni ecologiche in diverse località. Previsto anche l’acquisto di nuovi mezzi per la raccolta dei rifiuti ingombranti e dei rifiuti elettronici con l’attivazione della raccolta a chiamata, l’acquisto di impianti informatizzati di pesatura per le isole ecologiche. 
Tutti questi miglioramenti strutturali vengono necessariamente accompagnati da adeguate campagne di sensibilizzazione dei cittadini

Pubblicato: 22 Agosto 2007Ultima modifica: 16 Aprile 2020